La legge è uguale per tutti ?

Il detto che troviamo scritto in tutti i tribunali: "la legge è uguale per tutti" è una balla spaziale, una presa in giro collettiva di vasta scala che più grande non si può, a mio avviso.

Ma quale legge ? La legge di Dio o quella degli uomini? Sono due cose completamente diverse. A quale legge si riferisce quella sentenza scritta nei tribunali ? No di certo alla legge di Dio, perché i tribunali appartengono ad uno Stato laico, non ad uno stato teocratico. I tribunali, con Dio e la sua legge, hanno poco a che vedere.

Se quella sentenza non fa riferimento alla legge di Dio, allora vuol dire che fa riferimento alla legge degli uomini. Sì! La legge degli uomini è quella a cui fanno riferimento i tribunali e, quella legge, purtroppo, non è uguale per tutti.

La sentenza: "la legge è uguale per tutti", riferita alla legge degli uomini, è la più colossale presa per i fondelli che l'uomo abbia mai concepito, dal mio punto di vista.

Il dizionario De Mauro dà diverse definizioni di "legge". Ma se per "legge" intendiamo la prima definizione del De Mauro: "principio normativo che regola il comportamento degli uomini", dobbiamo allora capire quale sia il principio normativo. In giurisprudenza si fa riferimento ai quattro codici (civile, penale, procedura civile, procedura penale), così come nella religione cristiana si fa riferimento ai quattro Vangeli (Matteo, Marco, Luca, Giovanni).

Poi bisogna capire cosa si intende per "tutti" e cosa si intende per "uguale".

Sempre il dizionario De Mauro dà diverse definizioni di "tutto". Se prendiamo la prima definizione di "tutto" troviamo: riferito a un sostantivo o a un pronome singolare, indica un'intera quantità o estensione di spazio o di tempo. "Tutti" è il plurale di "tutto" e "tutto", al singolare, indica una intera quantità o estensione nello spazio o nel tempo, mentre al plurale come pronome indica, con valore indeterminato, tutte le persone. E già da questa definizione di "tutto" si può capire che un principio normativo che regola il comportamento di tutte le persone non può essere uguale per una intera quantità di persone con estensione nello spazio o nel tempo.

Tanto più se consideriamo la definizione di "uguale" che dà il dizionario De Mauro in merito alla "legge", come esempio: che è sempre lo stesso nonostante la diversità di condizioni: la legge è u. per tutti; Si vuole che la legge sia sempre la stessa nonostante le diversità di condizioni. Ma questo non è possibile se consideriamo l'estensione spazio-temporale di "tutto-tutti". Infatti le leggi cambiano nel tempo e ciò che era valido in un certo tempo, per un certo numero di persone, non lo può più essere in un tempo successivo per un altro numero di persone.

Ad esempio, se mio nonno, 80 anni fa, poteva costruirsi la casa senza fare la dichiarazione di inizio attività (Dia), io oggi non lo posso più fare, senza una Dia, e quindi la legge che era valida per mio nonno, non vale più per me e un domani potrà essere diversa per un'altra persona. Di conseguenza, la legge degli uomini non è uguale per tutti.

Allo stesso modo la legge non può essere sempre la stessa nonostante le diversità di condizioni, perché in certe condizioni, certe leggi non si possono applicare, rendendo quindi vana la legge stessa. La legge che consente ad un vedente di guidare un'auto, per esempio, non lo consente ad un cieco, perché le condizioni sono diverse e quindi anche la legge è diversa.

Se invece consideriamo la legge di Dio, intendendo per legge di Dio, le leggi di natura e quella contenuta nella Bibbia, in particolare nel Vangelo, ci accorgiamo che quella legge è uguale per tutti, anche se apparentemente può sembrare diversamente, considerando la dimensione spazio-temporale. Per dimostrarlo basta considerare il destino che Dio ha riservato ad ogni uomo.

Il destino che Dio ha riservato all'uomo è la morte carnale, salvo poi risorgere. Una legge alla quale nessun uomo può sfuggire, nemmeno Gesù morto in croce. Si tratta quindi di una legge uguale per tutti, sia nello spazio che nel tempo. La morte carnale è legge di Dio. Ma se qualcuno preferisce, può chiamarla legge di natura. Ma poiché, per il credente, la natura è stata creata da Dio, è una legge di Dio. In questo modo si comprende meglio cosa vuol dire la sentenza: "legge uguale per tutti". Dio, con la morte, non sgarra con nessuno e non fa favoritismi di alcun genere.

Siccome però Gesù è risorto, e poiché la legge di Dio è l'unica ad essere uguale per tutti, come abbiamo visto con la morte, allora visto che Gesù è risorto, segue che tutti risorgono.

La legge di Dio è anche la legge di Mosè, la quale afferma che il Cristo rimane in eterno (dimensione temporale). Tuttavia Gesù non è altro che Dio incarnato. Cosa risponde in merito alla legge?

Mt.22,36-40«Maestro, qual è il più grande comandamento della legge?». Gli rispose: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il più grande e il primo dei comandamenti. E il secondo è simile al primo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».

La legge di Dio è dunque la legge dell'amore dalla quale nessun uomo si può sottrarre se non vuole morire. Amore e morte sono quindi leggi di Dio uguali per tutti, sia nello spazio ("Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura" Marco 16,15 ) che nel tempo (In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà neppure un iota o un segno dalla legge, senza che tutto sia compiuto.Matteo 5,18)

Per cui sarebbe ora di correggere al più presto quella ipocrita sentenza contenuta nei tribunali, sopra o sotto il crocifisso, sostituendola con la seguente: "La legge di Dio è uguale per tutti: amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Amerai il prossimo tuo come te stesso.".

E' chiaro il concetto? E c'è poco da scherzare, perché la verità va riaffermata.

Video. La giustizia secondo il Vangelo

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