Le vesti e la tunica di Gesù

In questo articolo voglio commentare il passo del Vangelo di Giovanni 19,23-24.

Rileggiamolo: "I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti e ne fecero quattro parti, una per ciascun soldato, e la tunica. Ora quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d'un pezzo da cima a fondo. Perciò dissero tra loro: Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca. Così si adempiva la Scrittura: Si son divise tra loro le mie vesti e sulla mia tunica han gettato la sorte. E i soldati fecero proprio così."

Qualcuno può pensare che una tunica tutta di un pezzo e senza cuciture, per quei tempi, fosse sinonimo di ricchezza materiale e di lusso. Secondo me non è proprio così.

Sicuramente un figlio del Re quale è Gesù, non poteva non vestire con abiti di lusso. Infatti i figli del Re vivono nei palazzi del Re e portano morbide vesti. Non vestono ruvide pelli di cammello come vestiva Giovanni Battista.

Veniamo a noi. Cosa vuol dire l'evangelista con quell'episodio? Voglio lasciare alcuni suggerimenti interpretativi o chiavi di lettura, secondo la mia sensibilità spirituale.

Le vesti, dal greco "himation", è l'indumento esterno, cioè la parte più esterna dei vestiti, rappresentano la nostra personalità, il nostro carattere, come ci presentiamo e come vogliamo apparire in pubblico ed è la parte che gli altri vedono di noi ed è soggetta a più interpretazioni. Ad esempio, in certi contesti sociali occorre vestirsi in modo appropriato. Ad un matrimonio ci si veste con giacca e cravatta e non con la maglietta della Juve che invece va bene quando si va allo stadio durante una partita di calcio dove gioca la Juve. Mentre vestirsi con giacca e cravatta ad una partita di calcio può essere non appropriato.

La tunica, dal greco "chitón", è un indumento intimo a contatto con la pelle, la parte che non si vede e rappresenta, secondo me, l'anima, lo spirito, la parte più nascosta e intima della persona e che gli altri non vedono ma che la morte può svelare. Ogni uomo ha un' anima sola indivisibile, un suo spirito unico, che è sempre quello.

Tuttavia sebbene una persona può avere più personalità e caratteri diversi che possiamo manifestare nel modo di vestirci, l'anima della persona, invece, è sempre una sola e indivisibile.

I soldati chi sono e cosa rappresentano?  Il soldato è un romano, è una persona che prende ordini da qualcuno più in alto di lui, è un mero esecutore di ordini al servizio dell'autorità politica romana, uno che esegue gli ordini senza sindacare. Il soldato, a differenza del servo, non può rifiutarsi di eseguire un ordine.

Cosa fanno i soldati romani? Si dividono le vesti di Gesù in quatto parti. Si presume quindi che i soldati erano quattro. Le vesti, abbiamo visto, sono l'indumento esterno. Ciò significa che della figura di Gesù, del suo messaggio, i soldati tirano fuori quattro filoni interpretativi dividendoseli tra di loro e dando vita a quattro filoni teologici del cristianesimo, ragionando anche in termini escatologici. Questi filoni teologici sono quattro, ma possono essere anche di più, ma grosso modo i principali sono quattro: filone cattolico, filone protestante, filone ortodosso, filone orientale.

Quando poi i soldati sono di fronte alla tunica che, abbiamo visto, è la veste più intima di Gesù, cosa fanno? Vedono che è cucita tutta di un pezzo, non la strappano e invece di condividerla tra di loro, se la giocano a dadi, si affidano alla sorte, a chi tocca, tocca.

Secondo me, ragionando anche in senso escatologico, vuol dire che ogni soldato, non comprendendo a fondo il messaggio di Gesù, prende la parte più esterna, la più letterale, quella facilmente più visibile e comprensibile, la interpreta secondo quattro filoni teologici e se ne assegna uno da seguire o da vivere, dando quindi vita a quattro principali filoni teologici del cristianesimo.

Con l'anima di Gesù però questa operazione non riesce, perché l'anima di Gesù è lo Spirito Santo ed è UNO, spirito di unità e di salvezza che, non essendo divisibile, i soldati pensano di assegnare a sorte solo al più fortunato, come pensiamo avvenga con la fede (chi ce l'ha è fortunato e che non ce l'ha pazienza).

Cosa significa ? Questi quattro soldati che si sono divisi la veste esterna di Gesù, non riescono a trovare l'unità nello Spirito Santo, proprio perché sono soldati, non possono ribellarsi all'autorità. Lo Spirito Santo può solo essere condiviso da tutti affinché tutti possano salvarsi nell'unità dello Spirito, ma finché questi quattro soldati giocano a dadi con lo Spirito Santo, spirito di unità, ognuno tenendosi un pezzo della veste esterna di Gesù, le vesti di Gesù resteranno divise e l'unità dei cristiani non la si potrà realizzare. Solo lo Spirito di Gesù unisce ed è nello Spirito Santo, Uno e indivisibile che i cristiani possono trovare l'unità.





Uomo, come te la devo suonare? Guarda che con Dio non si scherza.

Lo vuoi vedere più grosso?


(.)