Israele, ascolta!

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Ascolta Israele:

il Signore disse a Mosè: "Ecco, tu stai per addormentarti con i tuoi padri; questo popolo si alzerà e si prostituirà con gli dei stranieri del paese nel quale sta per entrare; mi abbandonerà e spezzerà l'alleanza che io ho stabilita con lui.

In quel giorno, la mia ira si accenderà contro di lui; io li abbandonerò, nasconderò loro il volto e saranno divorati. Lo colpiranno malanni numerosi e angosciosi e in quel giorno dirà: Questi mali non mi hanno forse colpito per il fatto che il mio Dio non è più in mezzo a me?

Io, in quel giorno, nasconderò il volto a causa di tutto il male che avranno fatto rivolgendosi ad altri dei.

Ora scrivete per voi questo cantico e insegnatelo agli Israeliti; mettetelo loro in bocca, perché questo cantico mi sia di testimonio contro gli Israeliti.

Quando lo avrò introdotto nel paese che ho promesso ai suoi padri con giuramento, paese dove scorre latte e miele, ed egli avrà mangiato, si sarà saziato e ingrassato e poi si sarà rivolto ad altri dei per servirli e mi avrà disprezzato e avrà spezzato la mia alleanza, e quando lo avranno colpito malanni numerosi e angosciosi, allora questo canto sarà testimonio davanti a lui; poiché non sarà dimenticato dalla sua discendenza. Sì, conosco i pensieri da lui concepiti gia oggi, prima ancora che io lo abbia introdotto nel paese, che ho promesso con giuramento".

Mosè scrisse quel giorno questo canto e lo insegnò agli Israeliti. Deuteronomio 31,16-22

Dal Cantico di Mosè:
...
La Roccia, che ti ha generato, tu hai trascurato; hai dimenticato il Dio che ti ha procreato!

Ma il Signore ha visto e ha disdegnato con ira i suoi figli e le sue figlie.

Ha detto: Io nasconderò loro il mio volto: vedrò quale sarà la loro fine. Sono una generazione perfida, sono figli infedeli. ... Deuteronomio 32, 18-20

Così parlava Mosè in tempi non sospetti e non inquinati dagli interessi politico/economico di oggi.

Perché Dio nasconde il suo volto a Israele? Perché dice che Israele è generazione perfida e infedele? Non lo dico io, lo dice Dio per mezzo di Mosè, nella Bibbia. Chi l'ha scritta la Bibbia? Dove vuole arrivare? Se leggiamo Isaia, ritroviamo gli stessi discorsi, più o meno le stesse invettive contro Israele. E che? La Bibbia è antisemita?

Ma chi è Israele? Israele è Giacobbe dal quale discendono le 12 tribù di Israele. Giacobbe ha ingannato il padre Isacco su consiglio della madre Rebecca, facendosi passare per il primogenito Esaù. Giacobbe, ad un certo punto, combatte con un uomo, come riportato nel libro della Genesi:

Giacobbe rimase solo e un uomo lottò con lui fino allo spuntare dell'aurora. Vedendo che non riusciva a vincerlo, lo colpì all'articolazione del femore e l'articolazione del femore di Giacobbe si slogò, mentre continuava a lottare con lui. Quegli disse: "Lasciami andare, perché è spuntata l'aurora". Giacobbe rispose: "Non ti lascerò, se non mi avrai benedetto!". Gli domandò: "Come ti chiami?". Rispose: "Giacobbe". Riprese: "Non ti chiamerai più Giacobbe, ma Israele, perché hai combattuto con Dio e con gli uomini e hai vinto!". "[...perchè sei stato forte contro Dio e tanto più prevarrai sugli uomini (traduzione latina)] Giacobbe allora gli chiese: "Dimmi il tuo nome". Gli rispose: "Perché mi chiedi il nome?". E qui lo benedisse. Allora Giacobbe chiamò quel luogo Penuel "Perché - disse - ho visto Dio faccia a faccia, eppure la mia vita è rimasta salva". Genesi 32, 25-32.

Giacobbe combatte con Dio e mentre combatte con lui lo vede facca a faccia, ma non muore e vince e Dio lo benedice, dandogli il nome Israele. Dio promette a Israele una terra, un territorio dove scorre latte e miele. Dio vuole condurre il suo popolo dall'Egitto, dove si trova in condizione di schiavitù, verso la terra promessa. L'Egitto rappresenta il paese degli idoli, del benessere, del materialismo. La terra promessa è il regno di Dio. Non si tratta di un territorio materiale, reale, geografico, ma di un territorio simbolico. Dio vuole condurre Israele presso di sè, verso il suo amore, un territorio dove scorre "latte e miele" a simboleggiare appunto la dolcezza e la bontà dell'amore.

Durante questo cammino, faticoso, costellato da tradimenti e infedeltà verso Dio (vitello d'oro e ribellioni varie) da parte del suo popolo, Dio si arrabbia, ne dice di cotte e di crude, vorrebbe sterminarlo, ma poi ritorna sempre sui suoi passi, dimostra misericordia, ne prova di tutti i colori, prodigi di qua e prodigi di là per convincere il suo popolo che Dio è Dio e che Lui è geloso, ma si rende conto che ha davanti a sè un popolo di "dura cervice" che non capisce. Si tratta di un popolo sordo e cieco, infedele, malvagio nei confronti di Dio che non lo ricambia e che pensa sempre a farsi uno Stato, un territorio materiale, mentre Dio vuole essere Lui al centro dell'attenzione del suo popolo, perché Dio è amore. Dio non vuole che sia lo Stato politico e tanto meno gli idoli e gli dei stranieri a prendere il suo posto nel cuore del suo popolo, perché non c'è salvezza in uno Stato politico. Dio, pare di capire, non vuole lo Stato di Israele, ma vuole Israele come popolo di Dio e non come Stato, perché lo "Stato di Israele" è Dio stesso che si vuole offrire al suo popolo come terra promessa.

Voglio poi ricordare che Dio ha mandato Gesù per la salvezza di tutti gli uomini, compresi ebrei e gentili, per fare capire soprattutto a Israele, ma anche a tutti gli altri uomini quanto è grande il suo amore.

Guardando alle guerre che Israele ha fatto e sta portando avanti con i paesi confinanti c'è veramente da mettersi le mani nei capelli. Io penso che fino a quando Israele non si converte, c'è poco da fare. Conversione significa accettare il Regno di Dio, regno di amore, giustizia e misericordia. La salvezza è tutta lì.

Non c'è salvezza nel fare gli eroi o i kamikaze per difendere uno Stato o un territorio, non c'è salvezza nella guerra fatta dagli uomini, sia pure per legittima difesa, perché (per il credente) è Dio che salva in questa vita. Non sono le armi e la potenza militare o economica (benessere) o lo Stato (nazione, patria) gli dei da servire, quelli sono dei stranieri agli occhi di Dio.

E' la giustizia e la misericordia che Dio vuole vedere messa in pratica per prima cosa, quella giustizia e quella misericordia che si possono realizzare soltanto nell'amore verso il prossimo, come Gesù ha insegnato. Giacobbe ha ottenuto la benedizione di Isacco con l'inganno e ora deve vedersela con Dio e deve combattere con gli uomini e con Dio, fino all'aurora e vincere se stesso (rivelando il suo vero nome, chi è veramente, la verità che aveva nascosto al padre per strappargli la benedizione al posto del fratello Esaù), se vuole che Dio mostri a lui il suo volto, faccia a faccia, per rimanere vivo e per essere degno di chiamarsi Israele, popolo di Dio e ricevere la sua benedizione. Non c'è inganno umano che tenga agli occhi di Dio.

Link correlato: Giacobbe contro Esaù


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