La barca delle ore 23.03.13

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E' incredibile quello che è successo al porto di Genova il 7 maggio 2013, poco dopo le ore 23. Una nave porta-container va a sbattere contro la torre di controllo del porto distruggendola e provocando 13 vittime, 13 lavoratori all'interno della torre, (se non di più).

La barca delle ore 23.03.13, un copione già scritto.



"Nessuno di noi ha il copione scritto della propria vita in mano. Ognuno scopre l’identità del proprio essere nel corso del suo mutamento che è tessuto di sorprese, di eventi imprevisti e inauditi, di ascolti e interiorizzazioni, di brusche svolte e talvolta di illuminazioni che ci sradicano e ci trapiantano altrove. Così scrive Rilke nella Lettera ad una Signora milanese: "Nasciamo, per così dire, provvisoriamente, da qualche parte; soltanto a poco a poco andiamo componendo in noi il luogo della nostra origine, per nascervi dopo e ogni giorno più definitivamente". (Nicoletto)"

"Non sono gli eventi esterni, non sono le altre persone, non sono le nostre vite passate (nè i nostri trofei nè le nostre sconfitte) che scrivono la storia della nostra vita. Questi sono aspetti essenziali, certo. Ma sei tu che decidi come relazionarti con ciascuno di essi. Sei tu. Dio si propone come co-autore della tua vita. Ha firmato un contratto con te. Non c'è (in)successo editoriale che lo dissuada dal credere nelle tue possibilità. Imprevedibili. Tu e Lui."
di don Mario Aversano, "Che copione stai scrivendo?", tratto da: https://www.iltesoro.org/2013/05/che-copione-stai-scrivendo.html



Luca 13, 1-5

In quello stesso tempo si presentarono alcuni a riferirgli circa quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva mescolato con quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù rispose: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte? No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quei diciotto, sopra i quali rovinò la torre di Sìloe e li uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo».


Da: https://daily.wired.it/news/tech/2013/05/09/jolly-nero-dubbi-incidente-47185691.html#?refresh_ce

La manovra e gli ordini
Alle 23,30 di martedì 7 maggio la portacontainer Jolly Nero arriva in retromarcia (in gergo, macchine indietro) dal canale Sampierdarena, proveniente dal molo Nino Ronco, dove era ormeggiata e dove usualmente stazionano le imbarcazioni dell’armatore Messina. Va a tre nodi. Deve effettuare la cosiddetta manovra di evoluzione, cioè sfruttare l’apertura portuale per curvare in retromarcia e poi prendere il largo. Fuori dal canale Sampierdarena il comandante interrompe la marcia indietro e inizia a curvare. L’allarme scatta solo a circa 70 metri dalla banchina, quando da uno dei due rimorchiatori agganciati, lo Spagna, il comandante comunica al pilota a bordo, Antonio Anfossi, che la nave è troppo vicina. Gli fanno eco dalla torre piloti: “ Non c’è più acqua, che fate”. Primo enigma: la marcia avanti sarebbe dovuta essere ingranata almeno già intorno ai 200 metri di distanza, allo sbocco dal Sampierdarena. Ciononostante, il comandante del Jolly Nero Paoloni dà ordine, su indicazione di Anfossi, di invertire la direzione: macchine avanti. Qualcosa, però, non funziona: uno dei motori non risponde. Proprio in quel momento, quando servirebbe la spinta per interrompere il lento scivolamento verso la banchina, il cosiddetto abbrivio. Non basta l’àncora gettata in tutta fretta né il lavoro del rimorchiatore di poppa, che cerca di trainare il bestione il più possibile fuori dalla traiettoria in cui avrebbe senz’altro colpito la torre. Spezza addirittura il cavo (ma forse dopo l’incidente, dicono dalla procura) e non ce la fa per un paio di metri. Tra l’ordine e la collisione trenta secondi: la nave colpisce la torre mandano in briciole anche l’adiacente palazzina degli alloggi.

Il motore e l’avaria
L’avaria sembra misteriosamente momentanea. È questo uno dei punti sui quali si concentrano le indagini condotte dal procuratore capo Michele Di Lecce e dal pm Walter Cotugno, che hanno sentito decine di persone. Dopo lo scontro, infatti, la Jolly Nero riparte senza alcun problema: ingrana la marcia e si piazza al molo Sech, dov’è tuttora sottoposta a sequestro. “ Un black out momentaneo – dice l’avvocato del comandante Paoloni, Romano Raimondo, a Repubblica – al momento inspiegabile, tanto che con i consulenti della compagnia cercheremo di capire”. Da precedenti verifiche, in particolare quelle effettuate dalle autorità spagnole nel porto di Castellón de la Plana, ai primi di maggio, tutto sembrava a posto.