Servi inutili?

Qui intendo commentare un passo del Vangelo di Luca, capitolo 17, versetti 5-19 che, secondo me, viene male interpretato pensando che il discepolo di Gesù debba ubbidire per poi umiliarsi dicendo di essere un "servo inutile":

Simbolo del pesce, legato al Cristianesimo (in...

Simbolo del pesce, legato al Cristianesimo (in quanto acrostico di "Gesù Cristo figlio di Dio salvatore") (Photo credit: Wikipedia)

Gli apostoli dissero al Signore: «Aumenta la nostra fede!». Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granellino di senapa, potreste dire a questo gelso: Sii sradicato e trapiantato nel mare, ed esso vi ascolterebbe.
Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà quando rientra dal campo: Vieni subito e mettiti a tavola? Non gli dirà piuttosto: Preparami da mangiare, rimboccati la veste e servimi, finché io abbia mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai anche tu? Si riterrà obbligato verso il suo servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti? Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare».

Gli apostoli chiedono a Gesù di aumentare la loro fede, come se la fede fosse qualcosa che si misura e si pesa. Gesù risponde collegando la fede ad una richiesta, ad un comando che risulta assurdo: lo sradicamento di una pianta di gelso e il suo trapianto nel mare dove, non essendoci la terra, la pianta non potrebbe radicarsi e stare in piedi.

Poi Gesù fa una serie di constatazioni. Gesù constata che chi, tra di loro, avesse un servo (oggi il servo lo si chiama lavoratore dipendente), si comporterebbe da padrone dando ordini e facendosi servire, mettendo prima di tutto le sue esigenze e per ultimo quelle del servo.

Gesù fa poi un'ultima constatazione dicendo che anche loro quando si comportano da servi, dopo aver eseguito gli ordini ricevuti, invece di confidare nel padrone e nella sua giustizia, si umiliano in un timore reverenziale verso il padrone stesso, dicendo di essere dei servi inutili e di avere fatto quello che dovevano fare, quasi come a dire: va bene così.. Quindi, quel "dite", secondo me, non è un invito di Gesù a umiliarsi, a non pretendere, a sentirsi come dei servi inutili, ma una amara constatazione di quanto i suoi discepoli si umiliano da soli sottomettendosi all'autorità del padrone.

In quelle condizioni umilianti (di servi inutili), la fede in Dio non può crescere, perché è il discepolo stesso che, considerandosi inutile, non si spinge oltre nei confronti di Dio, non confida in lui, non cerca la sua collaborazione, ma rimane fermo nella sua passività di servo inutile, forse già appagato di avere fatto il suo dovere eseguendo gli ordini del suo padrone. Se i discepoli continuano a considerarsi dei servi inutili, mossi da timore reverenziale nei confronti di Dio, la loro fede resta quella che è, non può crescere. Dio non vuole dei discepoli che si sentono servi inutili, Dio vuole dei collaboratori, degli amici che sappiano rivolgersi a Lui e chiedano con fede.

Infatti, nei versetti successivi a cosa assistiamo? Leggiamo: "Durante il viaggio verso Gerusalemme, Gesù attraversò la Samaria e la Galilea. Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi i quali, fermatisi a distanza, alzarono la voce, dicendo: «Gesù maestro, abbi pietà di noi!». Appena li vide, Gesù disse: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono sanati"

Qui Gesù incontra dieci lebbrosi che gli vanno incontro chiedendogli, a voce alta, di avere pietà di loro e vengono sanati. Quei dieci lebbrosi non hanno timore reverenziale nei confronti di Gesù, non si sentono come servi inutili nei confronti di Dio, non si tirano indietro, ma hanno fede e la dimostrano alzando la voce, chiedendo a Gesù di avere pietà e vengono sanati. I lebbrosi sono dieci come sono dieci le vergini che devono andare incontro allo sposo. Solo uno di loro, tuttavia, torna indietro a ringraziare e Gesù cosa gli dice? "Alzati e va'; la tua fede ti ha salvato!
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