Là dove c'è una donna, là c'è la Chiesa

Voglio soffermarmi sulle figure femminili del Vangelo e aprire una riflessione in merito.

Dal mio punto di vista di credente, le figure femminili del Vangelo anticipano secondo me, per non dire profetizzano, i vari aspetti di quella che è stata, è, e diventerà la Chiesa cattolica. Si tratta di una rilettura del Vangelo cercando di dare un significato spirituale più profondo ai tanti episodi che compongono la vita di Gesù narrati nel Vangelo che, non dimentichiamolo è stato ispirato da Dio, sebbene scritto da uomini su fatti realmente accaduti.

La figura femminile più importante è Maria, la madre di Gesù, che dal mio punto di vista spirituale anticipa l' istituzione della Chiesa di Gesù che io, in quanto cattolico, identifico nella Chiesa cattolica. Nell'episodio delle nozze di Caana, Maria invita gli inservienti a fare tutto quello che Lui (Gesù) dirà. E' quello che la Chiesa cattolica fa da secoli.

Non meno importanti sono le altre figure femminili: dall'adultera a Maria di Magdala, da Marta a Maria, dalla samaritana alla donna che versa il profumo su Gesù, dalla donna che ha perdite di sangue alla donna che lava i piedi a Gesù con le sue lacrime e li asciuga con i suoi capelli, comprese tutte le altre donne che accompagnano Gesù e i suoi discepoli e che li aiutano con le loro sostanze.

Tutte quelle donne, non fanno altro che ricalcare diversi aspetti della Chiesa cattolica in particolare e del cristianesimo in generale. Per esempio l'adultera, colta sul fatto in peccato di adulterio, rappresenta a mio avviso un aspetto della Chiesa: quella parte di Chiesa che il mondo vorrebbe condannare alla lapidazione per i suoi peccati del passato e per le sue ingerenze nello Stato laico. Gesù tuttavia la difende e la invita a non peccare più.

L'emorroissa che perde sangue da 12 anni è un altro aspetto della Chiesa e dal mio punto di vista anticipa la crisi di vocazioni nella Chiesa e le chiese vuote.

Marta e Maria, due donne, due sorelle che riassumono in sé un aspetto del cristianesimo-ebraismo: quello contemplativo e dell'ascolto della Parola che ritroviamo nella Chiesa cristiana, soprattutto nei monasteri e quello più militante e terreno che si dà da fare, che si preoccupa troppo e che è dedito al servizio e al sacrificio, che ritroviamo nella "Chiesa laica" o, se vogliamo, nell'ebraismo.

E poi abbiamo la samaritana al pozzo di cui ho parlato in un articolo precedente e sul quale non ritorno.

Bellissimo l'episodio di Maria di Magdala che corre dai discepoli ad annunciare la risurrezione di Gesù: è un altro aspetto della Chiesa che annuncia la risurrezione di Gesù da secoli.

Molto bello e ricco di significato spirituale è l'episodio della donna che versa olio profumato molto prezioso sulla testa di Gesù. Io ci vedo sempre la Chiesa cattolica con i suoi riti di adorazione e costruzione di chiese sontuose e costose in onore a Gesù, che tuttavia trova la disapprovazione di alcuni suoi discepoli per tutto quello spreco di olio prezioso che poteva essere destinato ai poveri del mondo. Ma Gesù sta sempre dalla parte della donna, cioè della Chiesa e rimprovera i suoi discepoli dicendo loro che i poveri li hanno sempre con loro e possono aiutarli quando vogliono, ma non sempre hanno Lui inteso come Dio fatto uomo.

Anche l'episodio della peccatrice piangente che si butta ai piedi di Gesù, bagnandogli i piedi con le sue lacrime e asciugandoglieli con i suoi capelli, io lo vedo come una anticipazione della Chiesa peccatrice che chiede perdono. Quella Chiesa piangente che chiede perdono per mezzo delle parole del Papa Giovanni Paolo II per i peccati commessi nel passato dalla stessa Chiesa. Di quella Chiesa Gesù dice: "Per questo ti dico: i suoi peccati sono molti, ma le sono perdonati perché ha mostrato un amore riconoscente. Invece quelli ai quali si perdona poco sono meno riconoscenti." Luca 7,47.

Quell'amore riconoscente che la Chiesa dimostra con opere di carità verso i poveri e i miserabili dove Gesù si identifica, è motivo di riscatto e di perdono per tutta la Chiesa davanti a Dio.

*************** La risurrezione di Lazzaro *****************

Ti voglio parlare dell'episodio in cui Gesù risuscita Lazzaro contenuto nel Vangelo di Giovanni, capitolo 11, un flashback interessante dove sono presenti tre figure amate da Gesù: Maria, Marta e Lazzaro.

Lazzaro era il fratello di Maria (Chiesa cristiana), la donna che unse Gesù con olio profumato e gli asciugò i piedi con i suoi capelli. Essi abitavano a Betania insieme a Marta (Chiesa ebraica o laica), loro sorella (nota che Betania è un paese distante 15 stadi equivalenti a circa tre chilometri da Gerusalemme).

Se la mia analisi è corretta e le figure femminili Maria e Marta sono espressioni della Chiesa da una parte e dell'ebraismo o del laicato dall'altra, allora Lazzaro loro fratello, nella dinamica del Vangelo, è una espressione del popolo ebraico-giudaico (forse lo Stato ebraico sionista), perché gli ebrei in fondo sono i nostri "fratelli maggiori". E' proprio il Papa Giovanni Paolo II a darmi questa chiave di lettura, definendo gli ebrei "Fratelli maggiori".

Lazzaro (che io vedo nella popolo ebreo giudaico che poi sfocia nel Sionismo e nello Stato ebraico) si ammala e muore. Questo episodio lo ricollego a quel fico senza frutti che Gesù fa seccare e quindi morire.

Il Vangelo, in questo episodio a mio avviso profetico, ci anticipa quella che è la sorte del popolo ebraico, "Fratello" di Marta e Maria, una sorte di morte e risurrezione. Infatti in Gv. 11,4 Gesù dice: "Questa malattia non porterà alla morte, ma servirà a manifestare la gloriosa potenza di Dio e quella di suo Figlio".

Gesù dice chiaramente in Gv. 11,14: "Lazzaro è morto".

Tuttavia Gesù incontra Marta e Maria che piangenti e dietro le loro suppliche (le lacrime e le suppliche della Chiesa), decide di risuscitare Lazzaro. Infatti in Gv. 11,33 si legge:"Quando Gesù vide Maria che piangeva, e vide piangere anche quelli che erano venuti con lei, fu scosso dalla tristezza e dall'emozione." Gesù si mise a piangere pure lui per la morte di Lazzaro.

Pur essendo Lazzaro morto da 4 giorni che ormai puzzava, Gesù dice a Marta: "Non ti ho detto che se credi vedrai la gloriosa potenza di Dio?". Allora spostarono la pietra che chiudeva la tomba. Gesù alzò lo sguardo al cielo e disse: "Padre, ti ringrazio perché mi hai ascoltato. Lo sapevo che mi ascolti sempre. Ma ho parlato così per la gente che sta qui attorno, perché credano che tu mi hai mandato." Gv.11,41.

Alla fine Gesù risuscita Lazzaro dopo quattro giorni, ordina di liberargli le mani e i piedi dalle bende, di liberargli il viso che era coperto da un lenzuolo che presumo gli impediva di vedere e lo lascia andare.

Dio quindi, a mio avviso, ci anticipa per mezzo del Vangelo il destino del popolo ebreo, in questo episodio, dimostrando ancora una volta la sua natura misericordiosa nei confronti di Lazzaro, il suo popolo amico, "fratello (maggiore?)" di Maria, lo risuscita dopo quattro giorni per mezzo di Gesù.

Ma occorre che Marta vada a chiamare di nascosto sua sorella Maria, la quale andando incontro a Gesù, si deve inginocchiare piangente ai piedi del Messia che deve venire nel mondo. Gesù vuole sentirsi dire anche da Marta che Lui è il Messia (Gv. 11,27) per risuscitare Lazzaro e realizzare la missione per il quale Dio lo ha mandato: la salvezza del suo popolo per mezzo della risurrezione. Lazzaro diventerà così uno dei commensali alla cena preparata per lui.