La borsa, la bisaccia e la spada

Vangelo di Luca 22,36

Ed egli soggiunse: "Ma ora, chi ha una borsa la prenda, e così una bisaccia; chi non ha spada, venda il mantello e ne compri una. ... ".

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La borsa sarebbe il borsellino dove si tengono i soldi.
La bisaccia è una borsa di tela o di pelle che si tiene a tracolla e che contiene il necessario per il viaggio.

In un primo tempo Gesù invita i suoi discepoli ad andare come pastori tra le pecore perdute della casa d'Israele. Infatti in Matteo 10, 6-10 e Luca, 9,3 leggiamo:

 "rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d'Israele. ... Non procuratevi oro, né argento, né moneta di rame nelle vostre cinture, né bisaccia da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché l'operaio ha diritto al suo nutrimento.".

Gesù all'inizio chiede ai suoi discepoli di comportarsi come pastori tra le pecore perdute, ma di rinunciare all'abbigliamento e agli accessori tipici della figura del pastore: sandali, tunica, bastone, borsa e bisaccia, oggetti e figure tipici del presepe, affidandosi alla provvidenza di Dio.

In Luca 22,36 le cose sono cambiate, Gesù è annoverato tra i malfattori e lui invita i suoi discepoli ad agghindarsi come pastori: la borsa e la bisaccia fanno parte dell'abbigliamento tipico del pastore insieme al bastone.

 

arcangelo_michele.jpgTuttavia, al bastone, Gesù sostituisce la spada che, come si è visto nei post precedenti, è un simbolo della giustizia. In questo modo Gesù si rifà alla tradizione ebraica dell'Antico Testamento e richiama la figura dell' arcangelo Michele, considerato il capo delle milizie celesti in lotta contro il male, a difesa della fede in Dio. L'arcangelo Michele viene raffigurato con una spada o una lancia in una mano e, a volte, con una bilancia nell'altra mano, intento a pesare le anime dei morti secondo principi di giustizia che si rifanno al giudizio universale.

Come per l'arcangelo Michele, anche la giustizia, nella iconografia storica, viene rappresentata come una donna che porta in una mano una bilancia e nell'altra mano una spada. La bilancia è sempre a due piatti dove lo zero, simboleggia l'equilibrio e l'equità tra i due piatti e si trova nel fulcro della bilancia. La spada simboleggia non la guerra, ma il potere e la forza che la giustizia deve possedere per imporre l'equità là dove manca.


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Di solito la donna viene rappresentata con gli occhi bendati come per sottolineare il fatto che la giustizia è cieca e non guarda in faccia a nessuno. Tuttavia, io qui ho preferito scegliere una immagine di donna con gli occhi non bendati perché la Giustizia, a differenza della Fortuna, non è cieca, ma ci vede benissimo. Ricordo che la giustizia, a differenza della pace, è una delle quattro virtù cardinali.

Il catechismo della Chiesa cattolica definisce la giustizia come: "la virtù morale che consiste nella costante e ferma volontà di dare a Dio e al prossimo ciò che è loro dovuto. La giustizia verso Dio è chiamata « virtù di religione ». La giustizia verso gli uomini dispone a rispettare i diritti di ciascuno e a stabilire nelle relazioni umane l'armonia che promuove l'equità nei confronti delle persone e del bene comune.".

Belle parole che purtroppo restano lettera morta a partire dalla legittimazione della Proprietà Privata vera e propria vergognosa e bastarda sorgente di iniquità e di ingiustizia. Alla figura del pastore con il bastone, quindi Gesù sostituisce l'immagine del pastore che tiene una spada, tipica figura che si rifà alla figura dell'arcangelo Michele e alla sua simbologia: primo dei principi, custode del popolo di Israele.

A Natale, nel presepe parrocchiale insieme alle statuine dei pastori metti anche le statuine raffiguranti la giustizia, magari falle tu come semplici disegni o ritagli di fotografie scansionate al pc, ce ne è bisogno e se il parroco protesta digli che è un ordine dell' arcancelo Michele.