Centocinquantatré pesci nella rete

Apro una riflessione personale sulla pesca miracolosa avvenuta dopo la risurrezione di Gesù, raccontata nel Vangelo di Giovanni, capitolo 21, per condividerla con te.

[1] Dopo questi fatti, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: [2] si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. [3] Disse loro Simon Pietro: "Io vado a pescare". Gli dissero: "Veniamo anche noi con te". Allora uscirono e salirono sulla barca; ma in quella notte non presero nulla. [4] Quando già era l'alba Gesù si presentò sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. [5] Gesù disse loro: "Figlioli, non avete nulla da mangiare?". Gli risposero: "No". [6] Allora disse loro: "Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete". La gettarono e non potevano più tirarla su per la gran quantità di pesci.

Cosa vuol dire gettare la rete dalla parte destra della barca? I discepoli avevano buttato la rete dalla parte sinistra e non avevano pescato nulla. Gesù, dopo la risurrezione, li invita a buttare la rete dall'altra parte della barca. Cosa significa? Dal mio punto di vista è un invito importante che Gesù rivolge ai suoi discepoli a cambiare. Cambiare prospettiva, cambiare strategia. Come dire: se prima la pensavate in un modo, ora provate a pensarla diversamente, cioè se prima insegnavate partendo dall'inizio, ora provate a insegnare partendo dalla fine, oppure se prima interpretavate i testi evangelici come testi storici, ora provate a cambiare prospettiva e a leggerli in senso profetico, cambiate lato della barca.

Ritorniamo per un attimo indietro, al Vangelo di Luca e proviamo a rileggere e confrontare l'episodio della pesca miracolosa avvenuta prima della resurrezione di Gesù in senso profetico. Luca capitolo 5, 1-11.

[1] Un giorno, mentre, levato in piedi, stava presso il lago di Genèsaret [2] e la folla gli faceva ressa intorno per ascoltare la parola di Dio, vide due barche ormeggiate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. [3] Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedutosi, si mise ad ammaestrare le folle dalla barca. [4] Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: "Prendi il largo e calate le reti per la pesca". [5] Simone rispose: "Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti". [6] E avendolo fatto, presero una quantità enorme di pesci e le reti si rompevano.[7] Allora fecero cenno ai compagni dell'altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche al punto che quasi affondavano.[8] Al veder questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: "Signore, allontanati da me che sono un peccatore".[9] Grande stupore infatti aveva preso lui e tutti quelli che erano insieme con lui per la pesca che avevano fatto;[10] così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: "Non temere; d'ora in poi sarai pescatore di uomini".[11] Tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.

Luca racconta che le reti si ruppero per la grande quantità di pesci. Cosa significa la rottura delle reti? Significa che parte dei pesci raccolti si perde in mare e soltanto una parte, seppure grande, viene raccolta sulle due barche, fin quasi da farle affondare. Perché ci sono due barche? Da notare che Pietro e gli altri, tirate le barche a terra, lasciano tutto per seguire Gesù. Interpretando in senso profetico possiamo osservare come la Chiesa in due millenni di storia abbia pescato parecchio pesce e che ora le reti si stanno rompendo, in parte si sono già rotte e parte del pesce si è perso o si sta perdendo in mare. In questo senso i vangeli profetizzano la storia della Chiesa, compresa la figura di Pietro che riconosce di essere un peccatore e che Gesù fa diventare un pescatore di uomini.

Invece nella pesca miracolosa di Giovanni avvenuta dopo la risurrezione di Gesù, le reti non si rompono e i discepoli fanno fatica a tirare su la rete, tanto è piena di pesci da non riuscirci a tirarla su, senza l'aiuto di Pietro che si butta in mare, probabilmente per aiutarli.

Ritornando a Giovanni:

[7] Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: "È il Signore!". Simon Pietro appena udì che era il Signore, si cinse ai fianchi il camiciotto, poiché era spogliato, e si gettò in mare.

Il discepolo prediletto informa Pietro che si tratta del Signore e cosa fa Pietro? Pietro si getta in mare. Il fatto strano e poco logico è che Pietro per gettarsi in mare si veste, invece di spogliarsi. Pietro è già spogliato e avrebbe potuto gettarsi in mare così come era. Perché si veste?

I vangeli non lo dicono, ma lo possiamo intuire. Quella veste probabilmente è la veste o meglio la tunica di Gesù, quella tunica intera che Pietro ha trovato al sepolcro e che molto probabilmente ha preso e portato con sè, come ricordo di Gesù.

Pietro probabilmente non sa nuotare e ha paura dell'acqua (lo si può capire in Matteo 14,25-32) per cui si cinge i fianchi della tunica di Gesù come se si trattasse di un salvagente e corre incontro a Gesù con fede gettandosi nel mare, indossando la sua tunica che sa essere una tunica di salvezza. Dopo la risurrezione, quindi, Pietro incomincia ad avere un po' più di coraggio, ma ha sempre bisogno di cingersi i fianchi con quella veste che io presumo sia la veste di Gesù o la sua tunica.

Proseguiamo con il Vangelo di Giovanni:

[8] Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: infatti non erano lontani da terra se non un centinaio di metri. [9] Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. [10] Disse loro Gesù: "Portate un pò del pesce che avete preso or ora". [11] Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si spezzò.

I discepoli rientrano con il pesce pescato, vedono un fuoco di brace con del pesce sopra a cuocere e del pane. Gesù li chiama e li invita a portare un po' del pesce che hanno pescato. Si muove Pietro che sale sulla barca e trascina a terra quei 153 grossi pesci pescati senza provocare la rottura della rete.

Perché centocinquantatré pesci? Cosa significano? A mio giudizio quei 153 pesci rappresentano le nazioni della terra, cioè i popoli, cioè gli uomini e le loro anime che si convertono al cristianesimo per l'azione missionaria ed evangelizzatrice della Chiesa guidata da Pietro.

Sono 153 nazioni tra le più grandi in termini dimensionali e territoriali. Perché 153? Probabilmente perché quel numero segna un confine con Israele che non si è ancora convertito al cristianesimo. Infatti Israele si trova al centocinquantaquattresimo (154°) posto tra le nazioni territorialmente più grandi come si può leggere su wikipedia. Una pura coincidenza? Può anche darsi. Invece, dal mio punto di vista di credente, si tratta di un numero profetico al quale manca solo più un pesce per aggiungere anche Israele all'interno della rete. Israele, non dimentichiamolo, è il popolo amato da Dio e che Dio vuole salvare, ma che non si è convertito al cristianesimo.

Dunque, con quel numero Dio ha scritto per noi quello che già sapeva. Ha anticipato la storia per farci capire che Lui punta su Israele. 154 - 1(Israele) = 153 dove 154 = 77+77. I primi 77 sono i pesci che formano la genealogia di Gesù contenuta in Luca e gli altri 77 cosa sono? Forse un bonus di pesci per Pietro a dimostrazione di quanto è grande il perdono di Gesù per il suo triplice rinnegamento.

[12] Gesù disse loro: "Venite a mangiare". E nessuno dei discepoli osava domandargli: "Chi sei?", poiché sapevano bene che era il Signore. [13] Allora Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede a loro, e così pure il pesce.

Gesù invita i discepoli a venire a mangiare e quel pesce pescato serve per colazione e per essere distribuito (evangelizzazione). Cosa vuol dire? Vuol dire, secondo me, che i popoli convertiti al cristianesimo vengono mangiati da Gesù e dai suoi discepoli a colazione. Non ti spaventare. Vuol dire che ogni cristiano deve farsi nutrimento di Gesù, così come Gesù si è fatto nutrimento per noi essendo il "pane" della vita. Così anche il cristiano, dopo essersi nutrito del corpo di Cristo, deve diventare "nutrimento" spirituale per il fratello, cioè per Gesù, lasciandosi mangiare da lui. Ma forse anche nutrimento materiale facendosi aiuto e sostegno economico, se necessario, per Gesù e tutti i suoi discepoli. Gesù ci distribuisce ai suoi discepoli perché possiamo fare noi stessi da nutrimento insieme a Lui che è il pane per nutrirci l'un l'altro.

[14] Questa era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risuscitato dai morti.

Quali sono le altre due ?

Ho cercato di dare una interpretazione originale dei testi evangelici, cercando di "gettare le reti" dall'altra parte della barca, anche se non è il mio compito gettare le reti. Mi accorgo che I Vangeli tracciano un profilo ben preciso di quella che è la volontà di Dio e il suo disegno di salvezza. Se la mia analisi è corretta, emerge che più di 2000 anni fa, Dio ha saputo collocare nel futuro, in senso profetico, la posizione di Israele, descrivendola con un numero, che forse per chi non crede, non dice niente, ma per chi crede, dice molto. Manca un pesce, quel pesce lo dobbiamo pescare noi: secondo la volontà di Gesù: Ut Unum Sint, affinché il mondo creda, dove nel "mondo" ci deve stare anche Israele.