Credere in Dio, credere la Chiesa

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Credere in Dio e aver fede in lui. Cosa significa? Per chi è cristiano credere in Dio significa anche credere in Gesù e viceversa. Gesù è la persona che ci ha mostrato Dio e attraverso la quale si arriva a Dio. Credere in Dio non significa muovere la lingua e le corde vocali per fare uscire quelle parole dalla nostra bocca. Credere significa mettere in atto tutta una serie di azioni e comportamenti in conformità con l'insegnamento di Gesù.

Serve a poco dire di essere credenti se poi non siamo capaci di affidarci alla provvidenza di Dio e il destino della nostra pensione è la cosa principale che ci preoccupa. L'uomo ha bisogno di certezze e di tutele. La pensione è una forma di tutela, una tutela sociale e legale che ti dà una certa garanzia e un sostentamento al termine dell'attività lavorativa durante la vecchiaia.

Eppure chi crede in Dio non deve fare conto sulla pensione, secondo l'insegnamento di Gesù, ma soltanto su Dio. E' difficile affidarsi a Dio e alla sua capacità di farsi provvidenza per l'uomo. Credere a Dio come un padre che ci ama e che pensa a tutto per il nostro bene è molto bello, ma risulta difficile viverlo e concretizzarlo con i nostri pensieri, le nostre idee e il nostro comportamento, ma soprattutto risulta difficile crederci. Perchè è difficile crederci? Di cosa abbiamo paura? L'uomo ha paura della morte, del dolore e della sofferenza sia fisica che spirituale, tutte cose che lo disturbano e lo rendono infelice. Tutte cose presenti in questo mondo e che l'uomo sperimenta sulla propria pelle, le cui conseguenze lo portano a dubitare e a non credere in Dio amore. E' un assurdo credere in un Dio amore quando stai male e soffri il mal di denti o quando vedi i bambini africani morire di fame. E allora come la mettiamo?

Da una parte c'è Gesù con il suo insegnamento che ti invita a non preoccuparti per il fututro e a guardare gli uccelli del cielo che non raccolgono e non seminano e ti dice che hai un Padre che pensa a tutto, dal'altra ci sono i bambini del terzo e quarto mondo che muoiono di fame e di dissenteria, la cui vista ti fa dubitare delle parole di Gesù. E' la tua logica e la tua ragione che ti porta a dubitare delle parole di Gesù e a mettere in dubbio la capacità di Dio di farsi provvidenza.

Gesù lo sa e ti chiede di aver fede, di credere in lui e nel Padre. Gesù, per aiutare la gente a credere, fa alcuni miracoli: moltiplica i pani, trasforma l'acqua in vino, risuscita i morti. Ma la gente continua a non credere e lui quelli che non credono li chiama : gente di poca fede.

E allora se una persona non riesce a credere a Dio come ad un padre che gli dà tutto quello di cui ha bisogno, facendosi provvidenza e amore, vuol dire, secondo me, che quella persona non crede veramente in Dio e non crede neanche in Gesù. Quindi, se non crede in Gesù, non può avere la vita eterna promessa da Gesù a quelli che credono in lui.

Ma se Dio fosse certezza, allora non avrebbe più senso la fede. Gesù invece ci chiede di aver fede, di credere in lui. Evidentemente Gesù conosce bene Dio e conosce bene anche l'incredulità dell'uomo e per convincerci della sua buona fede ha accettato di morire per poi risorgere. Gesù quindi ha dato la vita per redimerci, per salvarci, per convincerci a credere in lui. Allora aver fede significa anche credere nella morte e nella risurrezione di Gesù.

Ma chi è che testimonia la morte e la risurrezione di Gesù? Sono i suoi apostoli, i suoi discepoli, è la sua Chiesa fondata su Pietro e Paolo, sul Papa e sulla comunità dei fedeli.

Allora aver fede significa credere nella Chiesa. Credi tu nella Chiesa? Non puoi non credere perché la Chiesa è presente, visibile e tangibile. La Chiesa è presente? Sì, la Chiesa è presente! Io faccio parte della Chiesa e son qui presente che ti scrivo. La Chiesa è tangibile? Sì, la Chiesa è tangibile, se vuoi puoi venire a casa mia e toccarmi, ma puoi andare anche nella tua parrocchia e toccare un parrocchiano o il parroco. La vedi? Dov'è la Chiesa secondo te? Sei mai andato in chiesa durante la messa? Sei mai stato in Piazza San Pietro, lo vedi il Papa in TV? Io Papa Giovanni Paolo II l'ho visto di persona a Roma, nel 1990, e ti posso testimoniare che non era un fantasma.

Che ci sta a fare, secondo te, il Papa? Sta lì solo per scrivere encicliche e farsi applaudire dai fedeli? Il Papa con tutta la gerarchia e la comunità dei fedeli alla quale io appartengo sta lì anche per testimoniare quella morte e risurrezione di Gesù avvenuta duemila anni fa, affinchè tu creda in Gesù e in Dio. Non ti basta? Cosa vuoi di più? Se non credi in Gesù perché non lo vedi, credi almeno nella Chiesa che vedi, credi nel Papa.

Allora, ho cercato di spiegarti a modo mio che la presenza della Chiesa nella Storia è un buon motivo per credere nella morte e risurrezione di Gesù e di conseguenza nel suo insegnamento e di conseguenza in Dio e nella sua capacità di farsi provvidenza.

Ti rendi conto, quindi, che tutto il castello della fede poggia sulla testimonianza della Chiesa e sulla sua presenza nella Storia. Risulta perciò di fondamentale importanza, affinchè il mondo creda, che la Chiesa sia unita, fedele nel comportamento e nella Parola con quanto insegnato da Gesù, perché se quella presenza basata sulla coerenza e unità dovesse venire a mancare, crollerebbe tutto il castello della fede e verrebbe a mancare al fedele il supporto concreto e visibile per credere in Gesù e quindi per credere in Dio.

In conclusione, è dovere di tutta la Chiesa e del Papa in particolare, per il delicato ruolo che svolge, testimoniare il Vangelo, affidandosi concretamente alla provvidenza di Dio Padre, come insegnato da Gesù.