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Le lettere dei Papi agli atei

Mentre Papa Francesco scrive una lettera al giornalista non credente Eugenio Scalfari in risposta ad alcune domande poste dal giornalista sul quotidiano "la Repubblica", il Papa emerito Benedetto XVI scrive una lunga lettera al matematico ateo Piergiorgio Odifreddi in risposta al suo libro: "Caro Papa, ti scrivo".


Il francobollo con immagine di Papa Francesco

Le domande di Eugenio Scalfari sono interessanti, tuttavia possono già trovare piena risposta nel Vangelo, basta aprirlo e leggerlo, senza bisogno di scomodare il Papa. Infatti Scalfari, tra le varie domande, chiede a Papa Francesco: "se una persona non ha fede né la cerca, ma commette quello che per la Chiesa è un peccato, sarà perdonato dal Dio cristiano?"

Risposta di Gesù:

Marco 3,28,29 "In verità vi dico: tutti i peccati saranno perdonati ai figli degli uomini e anche tutte le bestemmie che diranno" Qui Gesù non fa distinzioni tra credenti e non credenti, tra maschi e femmine, tra bianchi e neri, tra ricchi e poveri. Gesù non discrimina, ma dice papale, papale, che tutti i peccati saranno perdonati ai figli degli uomini, cioè a tutta la discendenza umana.

ma..., c'è un ma:

"ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito santo, non avrà perdono in eterno: sarà reo di colpa eterna"

Cosa vuol dire: "bestemmiare lo Spirito santo" ?

L'evangelista precisa in Mc. 3,30: "Poiché dicevano: «È posseduto da uno spirito immondo»". Infatti gli scribi discesi da Gerusalemme dicevano a proposito di Gesù: "Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demòni per mezzo del principe dei demòni".

Se tu non riconosci il tuo salvatore come salvatore, ma lo insulti allontanandolo da te, lui non può certo salvarti e tu sei, per forza di cose, reo di colpa eterna. Se tu non riconosci il medico come medico, ma scambi il medico per un carnefice e fuggi da lui perché non vuoi farti fare la puntura nel sederino, non puoi essere curato e sei reo di colpa eterna, colpa eterna fino ad un certo punto, fino a quando riconoscerai il salvatore come salvatore e il medico come medico, smetterai di sfuggirgli e ti lascerai fare la "puntura" nel tuo bel sederino.

Per quanto riguarda il libro di Piergiorgio Odifreddi: "caro Papa, ti scrivo", ho già scritto in merito due anni fa nel post: Il sole a mezzanotte.


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I suicidi degli imprenditori

In questo video lo scrittore Serafino Massoni commenta un articolo uscito sul quotidiano "La Stampa" di recente, dove si riporta la notizia di alcuni imprenditori che, per la difficoltà di ottenere credito dalle banche, si sono suicidati. Serafino Massoni fa poi una carrellata sulle percentuali di suicidi nei vari paesi del mondo riportando le statistiche dell' Organizzazione mondiale della sanità, osservando che gli uomini, in percentuale, si suicidano tre volte di più delle donne e che i suicidi tra la popolazione, in percentuale, sono maggiori in quei paesi più ricchi e culturalmente più sviluppati, dove esiste un Welfare ben consolidato, rispetto ai paesi meno sviluppati dove il Welfare è scarso.

La giustizia secondo Piergiorgio Odifreddi

Piergiorgio Odifreddi scrive un interessante articolo intitolato "Gli insegnamenti del caso Amanda" sul blog di Repubblica.it in merito alla vicenda di Amanda Knox e Raffaele Sollecito.

Il professore Odifreddi scrive: "... Se due tribunali hanno ritenuto di poter emettere due sentenze radicalmente contrapposte, evidentemente il caso è controverso, e le risultanze processuali devono essere state equamente distribuite a favore e contro. In una situazione del genere, il giudizio equivale alla presa di una decisione casuale, analoga al tiro di una monetina. Ma la dea bendata si chiama Fortuna, e non Giustizia, e non è ad essa che si possono affidare le sorti degli individui.". Odifreddi, tuttavia, rispondendo ad un commentatore, precisa dal blog: "non vorrei aver dato l'impressione di dire che i giudici giudicano "tirando le monetine". il mio discorso era un altro, e cioè che quando il caso è controverso e non ci sono prove inoppugnabili, la sentenza finisce per essere non un atto oggettivo, ma un'espressione soggettiva dalla corte. in particolare, se due gradi di un processo basato sulle stesse prove emettono verdetti opposti, dimostrano semplicemente che il caso non era giudicabile e dunque, sarebbe stato meglio non giudicare, cioè non emettere verdetti di innocenza o colpevolezza. ...."

Dal mio punto di vista la vicenda Amanda dimostra quanto sia fallace, incerta la giustizia umana. Sulla giustizia umana era già intervenuto a suo tempo Gesù, là dove diceva: "Non giudicate, per non essere giudicati; perché col giudizio con cui giudicate sarete giudicati, e con la misura con la quale misurate sarete misurati." Mt. 7,1-2. Odifreddi, in questo caso, pare allinearsi con il pensiero di Gesù, quando dice: "sarebbe stato meglio non giudicare, cioè non emettere verdetti di innocenza o colpevolezza." La differenza è che per Odifreddi non si dovrebbe giudicare quando il caso è controverso, mentre per Gesù non si deve proprio giudicare in nessun caso. La motivazione cercherò di spiegarla più avanti.

Ora, la parola "giudice" in diritto, significa, secondo il dizionario Zanichelli, "Pubblico ufficiale investito della funzione di giudicare in un giudizio attuando nel caso concreto la norma generale del diritto"". Il verbo "giudicare", in diritto, significa "decidere con sentenza i fatti o imputazioni di cui si tratta in giudizio".

In diritto, il giudizio è il processo, chiamato anche udienza. Secondo il dizionario Zanichelli il giudizio è "lo svolgimento pratico di attività tese alla formazione di provvedimenti giurisdizionali, cioè provvedimenti legati alla amministrazione della giustizia assicurando l'attuazione della legge nei casi concreti".

Quindi, lo scopo del giudizio e del giudicare di un giudice è quello di assicurare l'attuazione della legge. Legge, tra l'altro, fatta dall'uomo, dal legislatore che, in democrazia, viene scelto dalla maggioranza dei cittadini in base ad un orientamento politico soggettivo, dove per "politica" si intende la scienza e l'arte di governare lo Stato.

Bene. Gesù, in Mt. 7,1-2, invitando a non giudicare in ogni caso per non essere giudicati, demolisce tutto l'impianto giurisdizionale, proprio perché l'impianto giurisdizionale è messo in piedi dall'uomo su orientamenti politici soggettivi contingenti, condizionati, relativi, occasionali e quindi non assoluti e oggettivi, come riconosce lo stesso Odifreddi quando parla di sentenze come atti soggettivi della corte. Attenzione che Gesù non abolisce la legge di Dio, ma solo l'impianto giurisdizionale del giudicare, perché il giudizio spetta solo a Dio, cioè alla Verità, alla Vita che è oggettiva e non all'uomo che spesso giudica e decide emanando leggi in modo soggettivo.

Non so se ti è chiara la portata di quelle semplici parole, pronunciate da Gesù in Mt. 7,1-2. L'uomo non sottovaluti quelle parole perché con la Vita (per non dire Dio) c'è poco da scherzare. Anche se tu sei ateo e non credi in Dio, io ti assicuro che c'è poco da scherzare con la Verità nel giudicare secondo la legge, secondo il Diritto. I giudici, si assumano le loro responsabilità, insieme ai legislatori, perché la legge e il giudizio umano, sostituendosi alla Verità e alla Vita portano, prima o poi, l'uomo a morte definitiva.

Torno a ripetere che dovrebbe essere lo Spirito a prendere il posto della legge umana nel governare un popolo. Gesù, prima di morire, ha rimesso lo Spirito nelle mani di Dio e, dopo la risurrezione, tornato tra i suoi discepoli, ha messo il suo Spirito nelle mani dei suoi discepoli, da come si legge in Gv.20,22 "ricevete lo Spirito Santo". Come si fa a sostituire la legge con lo Spirito di verità? Lo dice Gesù stesso: "Fare agli altri ciò che si vorrebbe gli altri facciano a noi" che è come dire, matematicamente parlando, perché due negazioni si elidono a vicenda: non fare agli altri ciò che non si vorrebbe gli altri facciano a noi.

Il Sole a mezzanotte

Ho da poco finito di leggere i due libri:

1. Josephp Ratzinger - Benedetto XVI "Gesù di Nazaret" Dall'ingresso in Gerusalemme fino alla risurrezione - LEV
2. Piergiorgio Odifreddi "Caro Papa, ti scrivo" - Mondadori


Copertine dei libri di Joseph Ratzinger e di Odifreddi


Veramente due bei libri. Il libro del Papa l'ho trovato illuminante e di facile lettura. Particolarmente bello il passo a pag 248 dove il Papa dice: "Al discepolo, che è veramente discepolo nella comunione d'amore col Signore, viene affidata la donna: Maria - la Chiesa. ... Sempre di nuovo viene chiesto al discepolo di accogliere nella propria personale esistenza Maria come persona e come Chiesa e di adempiere così l'ultima disposizione di Gesù". Praticamente il Papa identifica Maria con la Chiesa. Occorre però anche ricordare che a Maria, cioè alla Chiesa viene affidato il discepolo che è veramente discepolo nella comunione d'amore col Signore, quindi l'invito all'accoglienza è reciproco".

Il libro di Odifreddi invece "apre la bocca" al Papa riportando e commentando criticamente alcuni passi del libro di Joseph Ratzinger: "Introduzione al cristianesimo" scritto quando non era ancora Papa. Nelle pagine iniziali del libro, in particolare nel capitolo "Credo di capire", Odifreddi tira in ballo la questione: "Comprendere per credere o credere per comprendere?" sulla quale vorrei aprire una riflessione in merito.

Entrambe le posizioni sono valide dal mio punto di vista.

Basta pensare, ad esempio, ad un ipotetico abitante del Polo Nord o di quelle latitudini che ci viene a dire che lui vede il Sole a mezzanotte in un ben determinato periodo dell'anno. E' chiaro, il Sole a mezzanotte io non l'ho mai visto e se quell'abitante non mi spiega perché vede il Sole a mezzanotte in un determinato periodo dell'anno, probabilmente non ci crederei.

Tuttavia, per l'abitante al Polo Nord, il Sole a mezzanotte è una realtà, lui lo vede. Siamo noi che non ci crediamo se non capiamo perché lui lo vede. Facciamo l'ipotesi che l'abitante del Polo Nord non conosca ancora i movimenti dell'asse terrestre e quindi non ci sappia spiegare perché lui vede il Sole a mezzanotte. Quale può essere allora l'atteggiamento da tenere di fronte a tale persona che va in giro a raccontare che lui ha visto il Sole a mezzanotte?

Sbaglierei o non sbaglierei a liquidare l'abitante del Polo Nord come un visionario psicotico perché io prima voglio capire per poter credere al Sole a mezzanotte?

L'atteggiamento corretto, secondo il buon senso, sarebbe quello di cercare di capire perché lui, al suo paese, ha visto il Sole a mezzanotte, mentre qui in Italia invece non lo si è mai visto. Con la Ricerca e il progresso scientifico noi sappiamo che esiste una realtà che non vediamo alle nostre latitudini, ma altri la vedono da una posizione diversa rispetto alla nostra. Ci possiamo credere perché la comprendiamo.

Tuttavia, ipotizzando di non conoscere ancora i movimenti dell'asse terrestre, se parto da una posizione di fede, dando credito all'affermazione dell'abitante del Polo Nord, anche se non la comprendo, è mio dovere cercare di capire perché l'abitante del Polo Nord ha visto il Sole a mezzanotte e quindi è doveroso avviare una ricerca in tal senso piuttosto che deriderlo o farlo passare per un visionario.

L'abitante del Polo Nord, da parte sua, per convincermi della sua verità, in quelle condizioni di ipotetica ignoranza scientifica non può fare altro che dirmi: "Vieni e vedi".

E' proprio ciò che ritroviamo nel Vangelo di Giovanni 1,43, dove si legge: Il giorno dopo Gesù aveva stabilito di partire per la Galilea; incontrò Filippo e gli disse: "Seguimi". Filippo era di Betsàida, la città di Andrea e di Pietro. Filippo incontrò Natanaèle e gli disse: "Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè nella Legge e i Profeti, Gesù, figlio di Giuseppe di Nazaret". Natanaèle esclamò: "Da Nazaret può mai venire qualcosa di buono?". Filippo gli rispose: "Vieni e vedi."

Appunto: "Vieni e vedi". Come ci vado al Polo Nord per vedere il Sole a mezzanotte? Seguendo colui che proviene dal Polo Nord. E' chiaro che per le conoscenze e i mezzi che abbiamo oggi è scontato il Sole a mezzanotte al Polo Nord, così come al Polo Sud. Tuttavia ancora oggi non è scontata la risurrezione di Gesù.

Odifreddi, nel libro, afferma che da un punto di vista logico la comprensione deve precedere la credenza. Ha ragione da un punto di vista logico. Non posso imporre la fede in un fenomeno o in un miracolo ad una persona che non lo comprende, senza prima spiegargli quel fenomeno o come avviene. Nei vangeli, in ballo c'è la risurrezione nella carne di Gesù. Un fenomeno a tutt'oggi incomprensibile secondo logica. Tuttavia non è detto che la risurrezione nella carne, essendo incomprensibile secondo la nostra logica, non sia avvenuta. Sono libero di non crederci perché non lo comprendo, così come sono libero di crederci riservandomi di avviare una ricerca per arrivare alla comprensione di tale fenomeno. Questa pare essere anche la posizione di Gesù che chiede al Padre di perdonare i suoi carnefici perché non sanno (o meglio non comprendono) quello che fanno. Gli evangelisti ci raccontano la risurrezione di Gesù riportando le testimonianze di altre persone che lo hanno visto risorto, senza spiegarci come ciò sia potuto accadere. Se quelle persone ci avessero raccontato che loro hanno visto il Sole a mezzanotte, probabilmente noi non ci avremmo creduto fino a quando non saremmo giunti alla comprensione di tale fenomeno e senza ipotizzare che l'asse terrestre era così inclinato da rendere possibile tale fenomeno a quelle latitudini.

Morto, si risveglia: https://www3.lastampa.it/esteri/sezioni/articolo/lstp/413184/

Io sono colui che sono

Il prof. Piergiorgio Odifreddi è uno scienziato scrittore che io apprezzo molto. E' un vero piacere sentirlo parlare perché i suoi discorsi sono ricchi di cultura e di intelligenza. A volte mi sembra più credente lui di tanti fedeli.

L'altro giorno mi sono collegato al suo interessante sito e mi sono imbattuto in uno dei suoi video di approfondimento: "Giornate della Laicità - Telereggio - parte seconda" dove lo scienziato presenta l'ultimo suo libro "Caro Papa, ti scrivo".

Nel video, Odifreddi discute sul nome di Dio, come riportato nell'episodio del rovereto ardente dove Dio svela a Mosè il suo nome dicendogli "Io sono colui che sono","I am who I am". Secondo Odifreddi il verbo "essere" nella traduzione originale era al futuro "io sarò ciò che sarò" ("I will be what I will be"), ma poi sarebbe stato rimaneggiato nelle varie traduzioni e a noi è arrivato nella forma che conosciamo: "io sono colui che sono", notare il passaggio da "ciò" a "colui". Odifreddi poi fa notare che per una religione cristiana come la nostra che si definisce cattolica, cioè universale, la presenza del verbo essere è una contraddizione perché il verbo essere non è presente in tutte le lingue, in particolare non c'è in un terzo delle lingue note e riporta uno studio di Moro. E quindi se tu gli vai a dire a quelli che parlano quelle lingue che Dio è l'Essere, c'è poco da fare, non puoi. Poi Odifreddi dice che in molte lingue come l'inglese non si può prendere il verbo infinito "essere" "To be" e farlo diventare un sostantivo, cioè "L'Essere" mettendogli davanti un articolo.

Bene! Vediamo di tentare una spiegazione. Quando Dio dice a Mosé "Io sono colui che sono" al presente o al futuro ha poca importanza per questa spiegazione, Dio intende dire: "io ci sono", "io esisto", al presente o "io ci sarò" al futuro: "Io sarò in mezzo a voi". Il punto non è solo sull'essere, secondo me, ma soprattutto sull'esistenza, come presenza. "Io esisto, io ci sono, sono presente oppure sarò presente in mezzo a voi come Parola che si farà carne". Ecco il significato di "io sono colui che sono" = "io esisto" perché ci sono. Oppure possiamo interpretare la versione al futuro: "io sarò ciò che sarò" come "io sarò presente (esisterò) in mezzo a voi come ciò che sarò, cioè come vorrò e quindi come la Parola che si fa carne nel Figlio e come Essere nello Spirito. Praticamente ritroviamo nell' A.T. la Trinità codificata in maniera sintetica, perché l'Antico Testamento va interpretato alla luce del Nuovo Testamento.

Dello stesso avviso è il vocabolario della lingua italiana Garzanti, che definisce "essere" come sostantivo maschile equivalente all'esistere, così come fa anche Wikipedia, là dove dice: C'è un caso particolare, nel quale il verbo essere prende il significato di esistere. Per esempio, nella frase: "Dio è". Il verbo essere indica che il soggetto (Dio) esiste in quanto persona reale e non ha quindi bisogno di alcun aggettivo o sostantivo. https://it.wikipedia.org/wiki/Verbo

Quindi, a mio avviso, questa interpretazione risolve il problema dell'assenza del verbo essere nelle varie lingue, Per cui quelle lingue che non dispongono del verbo essere nel loro vocabolario, hanno solo da tradurre quel passo biblico come: "io esisto". Ci sono per caso altre lingue in cui manca il verbo "esistere" nel loro vocabolario?

Comunque trovo interessante il fatto che Odifreddi incominci, a modo suo a pescare, e ad aprire la bocca ai pesci che pesca. Questa volta tocca al pesce Pietro venire pescato e vedersi aprire la bocca da Odifreddi, Speriamo che Odifreddi ci trovi una moneta d'argento nel far parlare Pietro nella figura del Papa e che con quella moneta vada a pagare la tassa al tempio.


Ultima cosa: La verità e i fatti. Odifreddi afferma, rispondendo ad una domanda, che secondo lui la verità è l'aderenza tra le affermazioni che uno fa e i fatti (questo più che altro in ambito scientifico).

Applichiamo questa definizione di verità a Gesù.
Affermazione di Gesù: "E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa."
Fatto: La chiesa, edificata da Gesù che ne è il capo su Pietro, è ancorà lì da oltre 2000 anni. E' un fatto. Mi sembra quindi che ci sia aderenza tra l'affermazione di Gesù e i fatti. Quindi Gesù non sbaglia a dire di essere la verità. I fatti gli danno ragione.

Odifreddi e l'esistenza di Dio

Torna all'attacco Piergiorgio Odifreddi in un articolo pubblicato su La Stampa di oggi, dal titolo: "Dio? E' inesistente", dove si legge: "Pubblichiamo la prefazione di Pier Giorgio Odifreddi al volume La prova matematica dell'inesistenza di Dio (ed. Rizzoli, pp. 168, euro 12) di John Allen Paulos."

Sottotitolo: "Da Sant'Anselmo all'odierno creazionismo: così il matematico Paulos confuta le prove portate nel corso dei secoli a supporto della fede".

A proposito del matematico Paulos si legge: "... Anzitutto, perché mostra come sia vano cercare di stabilire in maniera puramente teorica un fatto eminentemente pratico, come l'esistenza di qualcosa o di qualcuno: solo l'osservazione e gli esperimenti possono farlo, e qui passa il confine tra il razionalismo e l'empirismo che divise la filosofia moderna ai suoi albori, separando Cartesio, Spinoza e Leibniz da un lato, e Locke, Berkeley e Hume dall'altro."

Eppure la scienza in molti casi basa l'esistenza di fatti fisici solo su dimostrazioni teoriche pur non confermate da risultati sperimentali per fare ulteriori congetture fisico-scientifiche. Ad esempio la Radiazione di Hawking è stata dimostrata teoricamente, ma non è stata dimostrata sperimentalmente.

Se gli scienziati dovessero dare retta a quanto afferma il matematico Paulos, a quest'ora dovrebbero smettere di fare ricerca teorica, perché è vano, secondo lui, cercare di stabilire in maniera teorica un fatto puramente pratico come l'esistenza di qualcosa, anche solo di una radiazione termica, come in questo caso.

La radiazione di Hawking entra in gioco in relazione alla formazione dei buchi neri, da come è possibile leggere in questo articolo intitolato: Hawking rivede la sua teoria sui buchi-neri, dove si legge: "... la sua nuova teoria ci dice che i buchi-neri non distruggono completamente la materia che vi rimane intrappolata. Piuttosto, i buchi-neri continuano a emettere radiazione per lunghi periodi di tempo e alla fine si "scoprono", per così dire, rivelando l'informazione contenuta nella materia rimasta intrappolata in essi. Materia ed energia vengono alla fine riemessi dai buchi-neri in una altra forma alterata di materia ed energia".

Nulla di nuovo, quindi. Vale sempre il principio di conservazione della massa già formulato dal chimico francese Lavoisier, in linea con il Principio di Conservazione dell' energia, cioè che nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma.

Anche questo articolo pubblicato su www.vialattea.net dà dei chiarimenti sulla radiazione di Hawking e spiega bene il concetto accennando al "miracolo": Quando si crea la coppia particella-antiparticella fuori dall'orizzonte, la somma delle energie deve essere zero, per cui una particella ha energia negativa e non puo' essere fisicamente sensata. Questa particella-che-non-esiste attraversa pero' l'orizzonte degli eventi oltre al quale il vettore di Killing diventa di tipo spaziale e accade il miracolo ....

Nulla di nuovo sotto il sole. Maschio e femmina li creò, ...neutri come gli Angeli del Cielo. Cioè positivo e negativo, particella e antiparticella uniti insieme. Quindi l'uomo non separi ciò che Dio ha unito.

Noi credenti siamo abituati a pensare ad un Dio creatore. Se tuttavia nulla si crea e nulla si distrugge, allora Dio non ha creato un bel niente, perché nulla si crea. Ne consegue quindi che tutto quello che vediamo e tocchiamo è sempre esistito fin dall'inizio, c'è sempre stato e si è sempre e soltanto trasformato.

Non c'è bisogno di dimostrare l'esistenza di Dio, perché la sua esistenza è sotto i nostri occhi. Dio è! Come ci dice anche Gesù nel Vangelo: "Io Sono". Più che un Dio creatore, si tratta di un Dio "Essere", un Dio eterno e in continua trasformazione o evoluzione che non crea, ma trasforma illudendoci di aver creato il cielo e la terra, mentre in realtà trasforma l'energia in massa e la massa in energia o in altri stati.

Del resto una cosa che esiste da sempre non ha bisogno di essere dimostrata, perché è già sotto gli occhi di tutti. Non c'è bisogno di dimostrare l'esistenza della terra e del cielo se li vedo.

Un Dio, quindi, che si trasforma da energia in polvere, da polvere in uomo, da uomo in Amore, da Amore in Spirito, da Spirito in energia per ritornare polvere, quella polvere che gli scienziati, il 10 settembre 2008, faranno impattare ad alta velocità nel Large Hadron Collider (LHC), un acceleratore di particelle, cioè un acceleratore di polvere e nient'altro che polvere (infatti la definizione di polvere data dal dizionario De Mauro è: "qualsiasi sostanza naturale o artificiale finemente suddivisa in particelle").

Sì, quella polvere che Gesù ci invita a scuotere sotto i piedi a testimonianza di chi non accoglie la sua Parola, noi la scuotiamo per svegliare chi si assopisce nella polvere e per testimoniare che l'uomo è nato dalla polvere per opera (trasformazione) di Dio e polvere ritornerà, essendo Dio stesso quella polvere che l'uomo vuole fare impattare ad alta velocità per vedere se riesce a scovare Dio dallo scontro di quelle particelle e capire come diavolo ha fatto Dio a trarre l'uomo dalla polvere.

Un Dio che da polvere diventa Amore passando per l'uomo e ritornare polvere per ricominciare come nell'amore che non si ferma mai, ma si trasforma in continuazione: un Dio Amore che sa essere l'inizio e la fine in un ciclotrone circolare di 27 km di circonferenza dove il figlio dell'uomo cercherà di scoprire chi è suo Padre.

Ecco allora che la morte e la risurrezione, intese come la trasformazione o passaggio della vita da uno stato (di energia?) ad un altro stato acquista pieno diritto di cittadinanza nella scienza, così come la meccanica quantistica ha affiancato la meccanica classica nella Fisica.

Se i fenomeni che osserviamo nei buchi neri ci portano a confermare che la materia non si distrugge, ma viene trasformata, conservando comunque l'informazione in essa contenuta sotto forma di energia, perché non credere in un Dio presente in mezzo a noi da sempre? Perché non credere in un "Dio Essere" in ogni cosa che ci circonda e che si trasforma e ci trasforma, mosso da una intelligenza cosmica che trova nell'amore la sua massima espressione ed evoluzione? Rispose loro Gesù: "Non è forse scritto nella vostra Legge: Io ho detto: voi siete dèi?" Gv. 10,34. Sì, noi siamo dei, perché noi facciamo parte di Dio che è in tutto.

B!G BANG E AR!STOT!LE

La Chiesa di Ratzinger e il Credo di Odifreddi

Ti segnalo due interessanti libri che sto leggendo.

Joseph Ratzinger "Perché siamo ancora nella Chiesa", Rizzoli e quello di Piergiorgio Odifreddi "Il matematico impenitente", Longanesi.

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Bello il libro del Papa, lui paragona la Chiesa alla luna, un pianeta che non vive di luce propria, ma di luce riflessa, la luce del sole, la luce di Dio-Gesù. Lui dice che l'astronauta e la sonda lunare scoprono la luna come roccia, deserto e sabbia, ma non come luce. Tuttavia la luna è anche luce per merito di altri e ciò che non è suo, gli appartiene. Per cui il Papa si chiede: " Questa non è forse una immagine molto precisa della Chiesa?" Il Papa risponde dicendo che l'elemento decisivo è che la luna essendo anche sassi e sabbia, è anche luce in virtù di un altro, del Signore.

Un bel libro che ti invito a leggere per comprendere meglio il ruolo della Chiesa nel mondo e la sua missione.

Sul fronte opposto c'è il libro di Odifreddi, come al solito molto pungente e logico. Nei primi capitoli, Odifreddi si toglie alcuni sassolini dalle scarpe, rispondendo alle critiche e alle polemiche che lo hanno coinvolto di recente in TV e sui giornali.

Quello che mi ha colpito del libro di Odifreddi è la sua preghiera, il suo credo che troviamo a pagina 63, dove dice: "Credo in un solo Dio, la Natura, Madre onnipotente, generatrice del cielo e della Terra, di tutte le cose visibili e invisibili. ...". La preghiera continua sulla falsa riga del nostro Credo, è molto bella, in particolare alla fine dove dice: "Aspetto la dissoluzione della morte, ma non un'altra vita in un mondo che non verrà".

In effetti la vita, secondo i cristiani, è una sola: Gesù. Non ci sono altre vite o altri mondi. La vita inizia in questa terra e prosegue con la vita eterna. Chi crede in Gesù, ha la vita eterna, ed è una sola.

Odifreddi prosegue dicendo di non credere né in Dio Padre, né in Gesù, né nella Madonna, né nello Spirito Santo, né nella Chiesa e nemmeno nelle altre forme di religione che vanno dall'Ebraismo all'Islam, ecc.

In definitiva lui non crede in niente di ciò che non c'è. E io lo rispetto, ma vorrei chiedergli se crede nell'Amore, se per lui l'Amore esiste. Odifreddi crede nella Natura, nell'Uomo e nella Umanità, ma anche nello Spirito che si manifesta nella coscienza dell'uomo sul mondo e su se stesso. Dell'amore, nel capitolo "Il mio Credo", non ne fa cenno, se non come amore e adorazione verso la Natura.

Dal mio punto di vista, la Natura e l'Uomo sono elementi che appartengono a Dio che è Amore. Non può esistere un Dio se questo Dio non è Amore. La Chiesa, di conseguenza, è una "donna" che deve diventare espressione dell'Amore di Dio. Nella Chiesa, fecondata dallo Spirito Santo, Spirito di Dio, deve nascere e rinascere Gesù eucaristia.

Da questo punto di vista, la Chiesa è madre ed è espressione terrena di Maria che genera il Figlio rimanendo vergine. E' nella Chiesa cattolica che si può spiegare e chiarire il mistero (il dogma) della verginità di Maria, profetizzata nei Vangeli.

Il cammino di Santiago

Piergiorgio Odifreddi, Franco Cardini, Sergio Valzania, in un interessante radiopellegrinaggio sui temi della spiritualità e della teologia, ci parlano della loro esperienza di pellegrini durante il cammino di Santiago de Compostela. E' possibile scaricare in mp3 i files con le loro meditazioni.

Musica occitana, concerto

Odifreddi, in questi dialoghi, mi ricorda Renato Ascoli, professore di matematica presso il Politecnico di Torino che dedicava l'ultima mezz'ora delle lezioni di complementi di matematica per fare meditazioni filosofiche e teologiche.

Renato Ascoli raccontava a noi aspiranti ingegneri che la matematica lo aveva deluso e che aveva incominciato un cammino spirituale personale cercando un senso alla vita nella religione, nella filosofia e nella teologia. Lui, matematico, dall'alto della sua esperienza e conoscenza matematica ci metteva in guardia dal non fare troppo affidamento sulla conoscenza scientifica e cercava un dialogo spirituale con la platea dei sui allievi, dialogo che alla maggioranza degli aspiranti ingegneri non interessava. Infatti molti abbandonavano l'aula, rimanendo in quattro gatti.

Tuttavia trovavo interessanti le meditazioni che Renato Ascoli ci faceva sull'amore tra uomo e donna, sull'amore di Dio e sul comportamento animale intelligente, un po' come le meditazioni di Odifreddi e di Valzania nelle puntate radiofoniche.

Odifreddi e le moltiplicazioni

Piergiorgio Odifreddi è un matematico che dovrebbe conoscere e capire bene le moltiplicazioni. Nel suo libro: "Perché non possiamo essere cristiani", sembra non capirle, almeno quella è l'impressione che ho avuto leggendo il suo libro. Qui, io cerco di spiegargliele, nelle speranza che le possa capire, poi se non le capisce, pazienza, lo promuovo lo stesso. Mi riferisco alle moltiplicazioni dei pani e dei pesci contenute nel Nuovo Testamento.

Immagine degradata della copertina di un libro
Copertina del Nuovo Testamento in lingua corrente. LDC-ABU
Clicca sull'immagine per vedere il video sul cibo.

Nel suo libro a pagina 112, capitolo Il Figlio, Odifreddi parla di exploit delle moltiplicazioni dei pani e dei pesci, che una prima volta sfamano 5000 uomini partendo da cinque pani e due pesci e una seconda volta 4000 uomini, con sette pani e pochi pesciolini, senza contare donne e bambini. Odifreddi osserva che c'è un miglior rapporto qualità-prezzo nel primo miracolo che non nel secondo, dovuto secondo lui al fatto che Gesù era un po' "scarico" nel secondo miracolo, avendo dovuto compiere diverse guarigioni.

Odifreddi, però, dimentica di riportare i resti di quelle moltiplicazioni dopo che gli uomini si sono sfamati che nel primo miracolo corrispondono a dodici ceste piene di pezzi di pane e nel secondo miracolo a sette ceste piene di pezzi di pane. Questa volta Gesù non ha fatto il difficile, non ha mandato Pietro a pescare il pesce per aprirgli la bocca, prendere la moneta e andare a comprare il pane, ma ha materializzato i pani e i pesci seduta stante, come piace a Odifreddi. Tuttavia Odifreddi non è soddisfatto nemmeno così.

Vediamo allora di tentare una spiegazione di quei due miracoli della moltiplicazione dei pesci. I passi del Vangelo per il primo miracolo sono Mt.14,13-20, Mc.6,30-44, Lc.9,10-17, Gv.6,1-13 e per il secondo miracolo sono Mt.15,32-39, Mc8,1-10.

Gesù, con la moltiplicazione dei pani e dei pesci, ci vuole dire di aver fiducia in Lui. Ci pensa Lui a nutrirci spiritualmente e materialmente, insieme ai suoi discepoli. Basta dargli poca roba. Lui vuole vedere il nostro amore generoso nel dare tutto, anche se poco, per poter fare grandi cose che la mente umana nemmeno immagina, come la moltiplicazione dei pani e dei pesci, per sfamare migliaia di persone. Ce ne è in abbondanza, tanto più che sono avanzate dodici e sette ceste.

Una prima spiegazione comunque la dà Gesù in Mc 8,14-21 e in Mt. 16,
[5] Nel passare però all'altra riva, i discepoli avevano dimenticato di prendere il pane.
[6] Gesù disse loro: "Fate bene attenzione e guardatevi dal lievito dei farisei e dei sadducei".
[7] Ma essi parlavano tra loro e dicevano: "Non abbiamo preso il pane!".
[8] Accortosene, Gesù chiese: "Perché, uomini di poca fede, andate dicendo che non avete il pane?
[9] Non capite ancora e non ricordate i cinque pani per i cinquemila e quante ceste avete portato via?
[10] E neppure i sette pani per i quattromila e quante sporte avete raccolto?
[11] Come mai non capite ancora che non alludevo al pane quando vi ho detto: Guardatevi dal lievito dei farisei e dei sadducei?".
[12] Allora essi compresero che egli non aveva detto che si guardassero dal lievito del pane, ma dalla dottrina dei farisei e dei sadducei.

Questi miracoli, inoltre, hanno un significato storico e profetico più profondo da decifrare e, secondo la mia interpretazione, riguarda la formazione del Nuovo Testamento e del relativo canone, appunto la dottrina di riferimento, approvata dalla Chiesa cattolica.

I cinque pani del primo miracolo sono, a mio avviso, i primi cinque libri canonici del Nuovo Testamento: i quattro "Vangeli" e il libro degli "atti degli apostoli". I due pesci simboleggiano gli "autori" principali: Gesù e Pietro, oppure Pietro e Giovanni, oppure Pietro e Paolo. Questi cinque libri rappresentano il pane, cioè l'insegnamento di Gesù che viene spezzato da Gesù e distribuito per mezzo dei suoi discepoli alla folla perché ne mangi, ne assimili il nutrimento e si sazi. Di questa distribuzione ne avanzano dodici ceste piene di pezzi di pane. Perché dodici ceste? Cosa simboleggiano? Secondo me, possono essere la metafora profetica delle prime dodici lettere di Paolo, incluse nel Nuovo Testamento. (In realtà le lettere canoniche di Paolo sono tredici, ma alcune sono contestate e non è da escludere che i primi cristiani considerassero dodici le lettere di Paolo).

Il secondo miracolo, è storico e profetico (Concilio di Trento del 1546), riguarda i libri deuterocanonici (ovvero del secondo canone) e "sono i libri che sono stati riconosciuti come ispirati solo in un secondo momento, dopo molte controversie. Sono quei libri della Bibbia che sono stati accolti nel canone della Chiesa cattolica ma che, per l'Antico Testamento, sono stati respinti da molte chiese protestanti, sebbene li si ritenesse validi per l'edificazione personale. Dai protestanti sono in questo caso chiamati apocrifi". Il termine viene anche utilizzato per alcuni libri del Nuovo Testamento, sono sette libri.

Ci sono quindi due pani in più rispetto ai cinque pani del precedente miracolo che possono essere, secondo me, due libri che si sono aggiunti al primo canone: la prima lettera di Giovanni e la prima lettera di Pietro che si uniscono ai quattro Vangeli e agli Atti degli Apostoli, per un totale di sette libri da includere nel Nuovo Testamento. I pesci sono più piccoli e distribuiti, a dimostrazione che gli autori dell'Apocalisse, della Lettera agli ebrei e degli altri libri sono diversi e hanno forse meno importanza degli autori che hanno scritto i primi cinque libri canonici del Nuovo Testamento.

Anche questi pani vengono distribuiti alla folla che ne mangia e se ne nutre, avanzando sette ceste piene di pezzi di pane. Perché sette ceste? Secondo me, possono essere la metafora dei sette libri deuterocanonici del Nuovo Testamento: seconda lettera di Pietro, seconda e terza lettera di Giovanni, la lettera di Giuda, la lettera di Giacomo, la lettera agli ebrei e l'Apocalisse, aggiunti al canone del Nuovo Testamento nel Concilio di Trento.

Se la mia analisi è corretta, Gesù ha saputo vedere lontano, anticipandoci la storia della Chiesa e le tappe della formazione del canone sul quale a tutt'oggi la Chiesa cattolica fa rifermento.
Le dodici ceste non potrebbero essere interpretate anche come i dodici mesi dell'anno? E le sette ceste non potrebbero essere interpretate anche come i sette giorni della settimana?

Odifreddi e i cristiani

Sto leggendo il libro di Piergiorgio Odifreddi "Perché non possiamo essere cristiani (E meno che mai cattolici)", Longanesi, e voglio fare alcune considerazioni sul libro.

Odifreddi_ruini.jpg

Ho trovato il libro interessante e arguto. Ne consiglio la lettura a tutti i cristiani. Dopo averti consigliato la lettura del libro di Piergiorgio Odifreddi e averti "avvelenato" con i fumi di quel libro, ci vuole l'antidoto, per salvarti. Ti consiglio allora la lettura del libro di Camillo Ruini: "Chiesa contestata, 10 tesi a sostegno del cattolicesimo", Piemme, un libro di fede che invita alla testimonianza pubblica dei valori cristiani, sul versante opposto a quello di Odifreddi.

Immagine degradata delle copertine dei libri
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Per quanto riguarda Odifreddi e il suo libro, mi rivolgo direttamente allo scrittore, per cercare di fargli capire il significato di alcuni avvenimenti tratti dal Vangelo, dei quali sembra non percepire il messaggio. Avrei molto da dirgli, tuttavia qui voglio andare avanti con pochi passi alla volta.

A pag. 114-115 del libro, capitolo "Il Figlio", Odifreddi dice:"Qualcuno dei miracoli è poi semplicemente un controsenso, come il seccare un fico solo perché "colpevole" di non avere frutti fuori stagione, in uno scatto d'ira causato dal non aver ancora fatto colazione: e cita i versi del Vangelo in merito dei quali ho già commentato in precedenti pagine di questo sito. Poi prosegue: "O il compiere un contorto prodigio per poter furbescamente pagare le tasse agli esattori:": e qui cita il passo evangelico Matteo:17-27 " Ma perché non si scandalizzino, va' al mare, getta l'amo e il primo pesce che viene prendilo, aprigli la bocca e vi troverai una moneta d'argento. Prendila e consegnala a loro per me e per te". Fa riferimento al pagamento della tassa del Tempio. Poi Odifreddi si risponde: " Il motivo per cui uno in grado di far miracoli non potesse, più semplicemente e direttamente, materializzare la moneta necessaria fa evidentemente parte dei misteri della fede".

Appunto: "misteri della fede". Se Gesù avesse materializzato la moneta seduta stante, probabilmente non sarebbe passato il messaggio che Gesù voleva farci avere. Odifreddi ha ragione. In tempo di risparmio energetico e del "tutto e subito", il miracolo di Gesù è poco efficiente e poco logico.

Ma il messaggio che Gesù ci ha voluto dare con la moneta nella bocca del pesce è

profetico

e riguarda anche Odifreddi che ne è una delle dimostrazioni. Cercherò di spiegarlo secondo la mia sensibilità spirituale.

Chi è il primo pesce che viene pescato da Pietro? Chi rappresenta? Rappresenta Gesù, secondo me (il secondo pesce è Pietro stesso). Del resto non dimentichiamo che ai tempi di Gesù si stava per entrare nell'era della costellazione dei pesci, secondo la precessione degli equinozi e i pesci sono due.

parole greche ????? Ichthys nel pesce Gesù
Il simbolo del pesce, il cui nome in greco è l'acrostico di Gesù Cristo Figlio di Dio Salvatore ( ?????? ??????? ???? ???? ????? ). Il termine ichthýs è la traslitterazione in caratteri latini della parola in greco antico ?????, "pesce", ed è un simbolo religioso del cristianesimo.

Il primo pesce che abbocca è Gesù stesso. Aprire la bocca al pesce cosa può voler significare? Può significare farlo parlare (anche se i pesci non parlano), metaforicamente parlando, aprire la bocca può avere un significato di parlare, dire, raccontare. Quindi Pietro pesca Gesù e lo fa parlare, nel senso di evangelizzare o comunque raccontare e diffondere il suo messaggio e mentre lo fa parlare, cioè gli apre la bocca, trova una moneta d'argento. Che cosa può rappresentare la moneta d'argento? Una ricchezza, sia in senso materiale, sia in senso spirituale. La Storia dimostra che Pietro facendo parlare Gesù ha trovato una ricchezza che materialmente possiamo riconoscere nel "Obolo di San Pietro". E questo non lo possiamo negare.

Anche Odifreddi, con il suo libro, ha fatto "parlare" Gesù, gli ha aperto la bocca e ha trovato la moneta d'argento, rappresentata dagli introiti derivanti dalle centinaia di migliaia di copie vendute del suo libro (140.000 copie in due mesi). Questo "miracolo", Piergiorgio Odifreddi non lo può negare, ma può constatare di persona la veridicità profetica del messaggio di Gesù. Io mi auguro che Odifreddi possa trovare, con questa spiegazione, quell'aiuto verso la comprensione della Parola di Dio, verso quella ricchezza che non è solo materiale, fatta di soldi, ma è anche spirituale, proveniente da Dio e dalla fede in Lui. E' quella la vera ricchezza.

Bene. Ora, Odifreddi dovrebbe prendere quella "moneta" e andare a pagare la tassa del tempio (non la tassa dello Stato, ma la tassa del tempio) per lui e per Gesù. Cosa vuol dire pagare la tassa per il tempio ? Se Gesù avesse materializzato quella moneta seduta stante, Pietro non gli avrebbe aperto la bocca e non avrebbe trovato la moneta d'argento e nemmeno Odifreddi avrebbe potuto avere del materiale sul quale scrivere il libro che ha venduto parecchie migliaia di copie. Il discorso vale per Odifreddi, ma anche per Vittorio Messori, per Luigi Cascioli, per Corrado Augias, ecc. ma vale soprattutto per Pietro.

La moneta d'argento l'avete o non l'avete trovata? Se l'avete trovata, non date scandalo, pagate la tassa del tempio, cioè riconoscete a Dio quello che è di Dio, date a Dio ciò che è di Dio, anche se "i figli non sono obbligati a pagare le tasse" (Matteo 17,26). Odifreddi, tu sei figlio di Dio? Ritieni ancora un controsenso quel miracolo? Gesù, alla fine, ha pagato la tassa con la vita, pur essendo il Figlio di Dio.

Cristiano cretino

Leggendo sui giornali, su Internet e in TV sento dire che il matematico Odifreddi ha definito il cristiano un cretino, forse da un punto di vista etimologico. E' vero, il cristiano è un cretino, forse non solo da un punto di vista etimologico.

Infatti in etimologia la parola "cretino" deriva dalla parola "cristiano". Questo lo diceva già lo scrittore Vittorio Messori 25 anni fa nel suo libro "Scommessa sulla morte", edizioni SEI, dove gli ha dedicato, a pagina 325 del libro, un paragrafo intitolato: Cristiano-cretino.

Ma vediamo cosa scriveva Vittorio Messori nel lontano 1982 in quel paragrafo del libro.

C'è, nella Chiesa, chi vorrebbe nasconderlo; c'è chi, se costretto, lo ammette a mezza voce. Eppure è un fatto: la parola "cretino" deriva direttamente da "cristiano".

Messori continua:

Ma perché, secondo quella spia infallibile che è la lingua, il cristiano è un cretino? Perché lo si è creduto tale sin da subito, come già si legge nelle lettere di Paolo? Il quale tra l'altro, invece di indignarsi ammette che è vero: sì, si è cristiani perché si presta fiducia ad una "cretinata".

Non è forse da "cretini" - da "somari" inginocchiarsi davanti a quel disgraziato che la croce degradava ufficialmente (lo sanciva il diritto romano) da persona ad animale, anzi a cosa? Questa immagine svilita e avvilente di Dio è infatti uno scandalo intollerabile per gli altri monoteismi: per l'islamismo con il suo Allah inaccessibile; ma anche per l'ebraismo con il suo Javhè così vicino ad Israele e insieme così lontano da non poter neppure pronunciarne il nome.

Messori poi aggiunge qualcosa che fa riflettere sul significato del crocefisso. Così scrive:

Insistono tutte le artes morendi cristiane: dal suo letto, il malato deve poter vedere un crocefisso. E' tra le condizioni indispensabili, suggerite dall'esperienza diretta di quegli autori ; nè si può dar loro torto.

Al di fuori di quella morte, c'è qualche altra vista al mondo che possa dire altrettanto a chi muore? Si chiede l'autore del libro.

"Solo Dio che soffre può venire in aiuto", ripeteva dal fondo della sua cella Dietrich Bonhöffer, citando quel che sappiamo della lettera agli Ebrei: " proprio per essere stato messo alla prova ed avere sofferto personalmente, egli è in grado di venire in aiuto a quelli che subiscono la prova ..."

Io posso, devo ribellarmi a un Dio che troneggia in una beatitudine indisturbata o in una trascendenza apatica. Ma non posso ribellarmi al Dio che nella sofferenza di Gesù mi ha rivelato tutta la sua com-passione.

Vittorio Messori conclude il paragrafo scrivendo:

"Non dimenticarlo: il cristianesimo non è parole ma fatti. Ora: la morte è un fatto, il più concreto e terribile dei fatti. Puoi cercare ovunque, ma troverai soltanto la risposta cristiana che a quel fatto opponga un altro fatto."

Quel fatto è la risurrezione di Gesù avvenuta il terzo giorno.

Cosa può opporre la matematica e la logica all'irrazionalità della morte, se non un altro fatto irrazionale e fuori da ogni logica quale è la risurrezione in cui crede il cristiano cretino?

Odifreddi - Fieri di non credere

"Fieri di non credere" è il titolo di una intervista che Mario Baudino su "La Stampa" del 01/03/2007 dedica a Piergiorgio Odifreddi, professore di logica matematica all'Università di Torino.

Premetto che io stimo molto Piergiorgio Odifreddi come matematico. Tuttavia non sono d'accordo con alcune delle sue tesi in merito al Vangelo, alla Bibbia e alla Chiesa, anche se le rispetto.

Voglio dire al prof. Odifreddi (devo ancora finire di leggere il suo libro "Le menzogne di Ulisse") che se lui non vede una logicità e razionalità nei Vangeli, non è detto che questa non ci sia.

copertina di un libro di Piergiorgio Odifreddi e la Bibbia

Musiche da: https://www.marcofrisina.com/papamovimenti.htm

Professore Odifreddi, io sono un programmatore di computer e li programmo in Pascal, C, C++, Perl e PHP, compreso Mysql, un database management system. Ho studiato analisi matematica I e II, geometria, fisica I e fisica II, meccanica razionale, teoria dei circuiti logici, programmazione I e II, complementi di matematica, sistemi operativi, strutture informative, ecc. ecc. e lei sa meglio di me che programmare un computer richiede molta logicità.

Nella logica binaria lei dovrebbe sapere che 1+1 non fa 2, ma fa 10. E' assurdo e incomprensibile per una persona abituata a ragionare nella logica decimale che la somma binaria 1+1=10. Malgrado i miei studi matematici e di logica dei circuiti, di Vangelo ne capisco poco anche io, ma riconosco una sua logicità.

Come lei, nemmeno io capivo perché nel Vangelo, Gesù si arrabbia con l'albero di fico che non dà frutto quando non è la sua stagione. Però, rileggendo, rileggendo rileggendo, rileggendo ...

Rileggiamoli quei passi del Vangelo:

La mattina dopo, mentre rientrava in città, ebbe fame.
Vedendo un fico sulla strada, gli si avvicinò, ma non vi trovò altro che foglie, e gli disse: "Non nasca mai più frutto da te". E subito quel fico si seccò
. Matteo 21,18-19

La mattina seguente, mentre uscivano da Betània, ebbe fame.
E avendo visto di lontano un fico che aveva delle foglie, si avvicinò per vedere se mai vi trovasse qualche cosa; ma giuntovi sotto, non trovò altro che foglie. Non era infatti quella la stagione dei fichi
. Marco 11,12-13

Odifreddi resta perplesso, infatti dice nell'intervista:"In ogni caso il Gesù dei Vangeli non sembra una persona eccezionale; anzi, soprattutto in certi miracoli lascia piuttosto perplessi. Come quando se la prende con il fico che non dà frutti fuori stagione."

Rilegga Odifreddi, Gesù ha fame e cerca da mangiare in una pianta di fico, ma vede solo foglie e non vede frutti e si arrabbia con il fico fino a farlo seccare. Non era quella la stagione dei fichi.

Odifreddi, quando sarà lei ad aver fame e si recherà in un negozio di alimentari per comperare del pane e lo troverà chiuso perché non è orario di apertura e perché il negoziante gli dice di tornare domani, voglio poi vedere con chi si arrabbierà. Cosa dirà? Pazienza andiamo in un altro negozio? Torniamo domani? Nel frattempo lei può già essere morto di fame e i suoi famigliari, quel negoziante lo denunceranno e il negozio lo faranno chiudere definitivamente.

Odifreddi, quando lei sarà in fin di vita e si recherà al pronto soccorso per essere curato, ma lo troverà chiuso e tutti i dottori incrociano le braccia perché è sabato e di sabato non si lavora, allora capirà perché Gesù si è arrabbiato con quell'albero di fico che non dà frutti perché non è la sua stagione.

Solo pochi giorni fa una ragazzina rimasta incinta a 12 anni è stata costretta ad abortire perché non era ancora la stagione di mettere al mondo dei figli, ma lei li ha voluti mettere al mondo lo stesso, ma gli è stato impedito dalla "logica" di questo mondo. Se ci ripenso mi arrabbio. Gesù si è avvicinato a quella bambina, sperando di trovare un frutto da mangiare, ma non ha trovato niente perché quella bambina era ancora "immatura" e ha abortito. La bambina è poi stata ricoverata in psichiatria perché ha tentato il suicidio, come ho letto dai giornali.

Tuttavia quell'episodio del Vangelo, quel fico seccato, a mio avviso, nasconde un messaggio profetico ben più grosso che riguarda i "fratelli maggiori". Chi ha orecchi, cerchi di capire.

Odifreddi cerchi di capire che con Gesù non si scherza. Se lei non capisce la "logica" del Vangelo, io prego il Signore perché gliela faccia capire e squarci quel "velo del tempio" che sta davanti ai suoi occhi, affinché, quando vedrà Gesù morire e il velo del tempio squarciato da cima a fondo, lei possa dire: "Quell'uomo è davvero il Figlio di Dio!". Matteo, 27,54.

Voglio dire a Odifreddi che il Vangelo è come un linguaggio di programmazione o meglio, un programma logico, scritto da uomini forse ignoranti e stupidi, ma che dimostra una logicità spirituale ben precisa che è l' "intelligenza - amore" di Dio. Il Vangelo profetizza la Chiesa attraverso un linguaggio simbolico, fatto di alberi, donne, soldati, parabole, ecc, così come i linguaggi di programmazione codificano in simboli, nomi di variabili e costanti, quella che è la volontà e lo logicità del programmatore.

Odifreddi, se non capisce la verginità della Madonna, prima durante e dopo il parto, guardi la Chiesa cattolica e i suoi Santi e cerchi di capire. Se non capisce, io prego il Signore che squarci il velo del tempio in modo che lei possa vedere e capire.

Link all' intervista di Odifreddi: La Stampa - "Fieri di non credere"