Amicizia e Proprietà Privata

  • Scritto il giorno
  • , aggiornato al giorno
  • da
  • in

La parola "amicizia" secondo il dizionario Zingarelli significa: "Affetto vivo e reciproco tra due o più persone".
L'amicizia è una bella cosa, purtroppo, dal mio punto di vista, resta una pia illusione in questo mondo, almeno fino a quando si continuerà a legittimare la Proprietà Privata con tutti i suoi annessi e connessi.

Nel Vangelo di Giovanni, al capitolo 15, viene fatto dire a Gesù: "Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l'ho fatto conoscere a voi."

Sembra che ci sia una contraddizione in quelle parole: "Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando". Qui Gesù condiziona e subordina l'amicizia all'esecuzione dei suoi ordini. E' un tipico rapporto servo-padrone: Gesù comanda, il discepolo ubbidisce ed esegue gli ordini. Ma è una constatazione di Gesù. Il padrone ama il servo ed è suo amico se il servo ubbidisce. Tuttavia l'amicizia è un sentimento di affetto vivo (di amore) RECIPROCO. Non ci potrà mai essere amicizia tra un servo e un padrone perché il padrone è il proprietario e il servo è in una condizione di servitù, dove la sua libertà e la sua conoscenza sono limitate.

Il servo non amerà mai il padrone e siccome l'amicizia, secondo la definizione dello Zingarelli, è un sentimento di affetto vivo reciproco tra due o più persone, ne deriva che il rapporto servo-padrone non è un rapporto di amicizia e non lo sarà mai. Quelle parole, infatti, sono subito soppiantate da quelle successive: "Non vi chiamo più servi, ..., ma vi ho chiamati amici, ...". In queste ultime parole, Gesù per poter chiamare amici i suoi discepoli e instaurare un rapporto di amicizia con loro, cioè un rapporto di affetto reciproco, deve rinunciare al rapporto servo-padrone con i suoi discepoli e liberarli dalla condizione di servitù e, quindi, deve rinunciare a chiamare servi i suoi discepoli, condividendo con loro la conoscenza ("tutto ciò che ho udito dal Padre l'ho fatto conoscere a voi").

Come si libera un servo, uno schiavo dalla condizione di servitù, di schiavitù? Lo si libera eliminando o meglio, delegittimando il padrone, cioè delegittimando il proprietario e quindi eliminando, o meglio, delegittimando la Proprietà Privata colei che legittima e crea il padrone e che, di conseguenza, legittima e crea il suo servo.

Fino a quando la Proprietà Privata continuerà a essere legittimata in questo mondo, ci saranno padroni e servi. Di conseguenza i rapporti umani non potranno mai essere rapporti di amicizia, ma sempre e solo rapporti conflittuali, di scontri e contrasti.

Su Facebook, va di moda, si usa chiedere l'amicizia virtuale, ma è una amicizia, come tutte le amicizie anche reali e concrete che io ritengo fasulla e ipocrita. Serve solo a lenire il senso di colpa che nasce nel rapporto servo-padrone che tutti, bene o male, viviamo con qualcuno. Sarebbe più onesto chiedere non l'amicizia, ma l'interesse, l'attenzione.