La patria è una sola

English: Maria Moline, instructor, coaches her...

English: Maria Moline, instructor, coaches her Zumba class through the dance choreography in the Patch Fitness Center in U.S. Army Garrison Stuttgart. (Photo credit: Wikipedia)

Si parla tanto il giorno dell'Epifania sui media di emigrati, immigrati, regolari, irregolari, clandestini, tutte persone, che per svariati motivi, migrano e lasciano la patria, il proprio paese di origine per andare in un altro paese in cerca di una vita migliore.

Ma cosa significa la parola "patria"?

Il vocabolario Zingarelli riporta: "vc. dotta, lat. (t?rram) p?tria(m) ‘terra dei padri’, f. di p?trius"Patria"".

Il dizionario Garzanti riporta come etimologia di "patria": " Etimologia: ? dal lat. patr?a(m) (t?rram) ‘(terra) dei padri’, f. sost. dell’agg. patr?us ‘paterno’. ".

Il vocabolario Treccani riporta: "pàtria s. f. [dal lat. patria, propr. femm. sostantivato (sottint. terra) dell’agg. patrius «paterno»: v. patrio]. – 1. a. Il territorio abitato da un popolo e al quale ciascuno dei suoi componenti sente di appartenere per nascita, lingua, cultura, storia e tradizioni".

Quindi "patria" deriva dal latino sia dal sostantivo pater = padre, dove patris è il genitivo di pater: patris, pl. patrum = "del padre, dei padri", significa terra di origine, terra degli avi, sia dall'aggettivo patrius = paterno.

Osserviamo. Se da un punto di vista cristiano, il padre è uno solo, come lo è anche la Terra, ne consegue che anche la patria, intesa come terra del padre, terra paterna, oppure pianeta Terra, è una sola. Non avrebbe quindi alcun senso parlare di emigrati, immigrati, irregolari o meno, clandestini o meno. La patria è una sola.

Ma questi sono concetti che derivano dal latino, concetti troppo difficili da far capire all'uomo della strada che il latino non lo conosce, tanto meno conosce i Vangeli e non sa vedere oltre il proprio naso.

E allora mettiamolo bene in evidenza:

Matteo 23,9:

"E non chiamate nessuno "padre" sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello del cielo."

Secondo Gesù, poiché il Padre è uno solo e ha come sede il cielo e noi siamo tutti suoi figli, la nostra patria non sarebbe tanto la terra, ma sarebbe il cielo, chiamato anche patria celeste.

Eppure sulla terra c'è chi ha l'arroganza  e la sfacciataggine di discriminare i migranti tra irregolari e regolari, chiamando clandestini gli irregolari, invocando la loro espulsione, dimenticando di essere pure lui un clandestino che sulla terra si nasconde agli occhi del Padre e che presto, volente o nolente, anche lui come tutti migrerà da clandestino, per espulsione, dalla terra al cielo al ritmo dello zumba e del rumba.


This poor, little robot fella panicked and ran...

This poor, little robot fella panicked and ran the other way as soon as its sound sensor registered sound that was just a little bit too loud. Taken during the Scandinavian FLL Project Leader Meeting in Aarhus, February 2006. (Photo credit: Wikipedia)

Lo vedi il video in fondo, a corredo di questo post? E' il video di un robot che ho costruito anni fa con i mattoncini dei Lego e che risolve il rompicapo del cubo di Rubik.

Quel robot, una volta programmato e opportunamente tarato, fa tutto da solo, attraverso un sensore di colore legge il colore delle facce del cubo e dei cubetti, memorizza i colori in memoria, trova la soluzione del cubo eseguendo un programmino di intelligenza artificiale e, attraverso una serie di mosse e rotazioni controllate da un altro sensore di posizione, arriva a risolvere il cubo di Rubik.

I robot sono macchine programmate per automatizzare il lavoro e per sostituire l'uomo stesso nel lavoro affinché sia il robot a lavorare al posto dell'uomo riducendo così il costo della manodopera. In questo modo l'uomo può dedicare più tempo a fare l'amore o a coltivare i suoi hobby senza doversi distrarre dagli impegni lavorativi. A patto però di eliminare la Proprietà Privata in tutti i suoi aspetti. Altrimenti vale il detto della canzone di Adriano Celentano: Chi non lavora non fa l'amore.

Noi, programmatori di computer, conosciamo le potenzialità e i limiti dei robot. I robot sono macchine precise, instancabili, molto sofisticate, ma per quanto intelligenti possono sembrare, sono stupidi e presto prenderanno il posto di molte persone nelle decisioni e nei lavori di routine più comuni e anche in quelli meno comuni. Già ci sono robot che svolgono il lavoro delle prostitute, dei preti, degli avvocati e presto anche quello dei programmatori. In realtà abbiamo già in casa dei robot senza rendercene conto: la lavatrice, l'aspirapolvere, la lavastoviglie, il rasa-erba, il forno a microonde, non sono altro che macchine robot, lavorano al posto nostro.

Ti spaventa la cosa? Hai paura di ritrovarti presto disoccupato e senza stipendio? In una economia di mercato dove vige la legge della domanda e dell'offerta dominata dalla legittimazione della Proprietà Privata e del Capitale, c'è da preoccuparsi se non si trovano nuove forme di economia basate non più sulla legge della domanda e dell'offerta, ma sulla condivisione delle risorse e della conoscenza.

La tecnologia può creare macchine sofisticate che lavorano al posto dell'uomo liberandolo da molti impegni e preoccupazioni, ma per non cadere nel baratro di una economia ancora più disumana di quanto non lo sia già, dove i robot la fanno da padrone rendendo il lavoro dell'uomo superfluo, occorre per prima cosa che l'uomo stesso si liberi dal fardello della Proprietà Privata e la smetta di usurpare il ruolo di Dio nel pretendere di svolgere il ruolo di padre facendosi chiamare "padre", perché come dice Gesù: "uno solo è il padre vostro, ... quello del cielo" (Mt. 23,9) e presto dirà: "uno solo è il padre vostro, ... quello della nuvola" (DJ) .



Italiano: Stemma del partito "Per il Bene...

Italiano: Stemma del partito "Per il Bene Comune - Lista Civica Nazionale" (Photo credit: Wikipedia)

La comunione dei beni dei primi fedeli cristiani è descritta in alcuni passi del libro Atti degli Apostoli. Vediamoli.

Atti 2, 44-45
Tutti coloro che erano diventati credenti stavano insieme e tenevano ogni cosa in comune; chi aveva proprietà e sostanze le vendeva e ne faceva parte a tutti, secondo il bisogno di ciascuno.

Atti 4, 32-37
La moltitudine di coloro che eran venuti alla fede aveva un cuore solo e un'anima sola e nessuno diceva sua proprietà  quello che gli apparteneva, ma ogni cosa era fra loro comune. Con grande forza gli apostoli rendevano testimonianza della risurrezione del Signore Gesù e tutti essi godevano di grande simpatia. Nessuno infatti tra loro era bisognoso, perché quanti possedevano campi o case li vendevano, portavano l'importo di ciò che era stato venduto e lo deponevano ai piedi degli apostoli; e poi veniva distribuito a ciascuno secondo il bisogno. Così Giuseppe, soprannominato dagli apostoli Barnaba, che significa «figlio dell'esortazione», un levita originario di Cipro, che era padrone di un campo, lo vendette e ne consegnò l'importo deponendolo ai piedi degli apostoli.

C'è una contraddizione nei termini in quei versetti perché se ogni cosa è in comune in una comunità, non possono esistere quanti possiedono campi o case da mettere in vendita perché un bene comune non lo vendi senza il consenso di tutti i partecipanti la comunione. Si tratta, a mio avviso, di una comunione purtroppo fallimentare.

Luca, l'autore del libro degli Atti dice, da una parte che i credenti tenevano ogni cosa in comune e, fin qui, sta bene. Dall'altra parte però precisa che chi (tra i credenti) aveva proprietà e sostanze le vendeva e distribuiva il ricavato tra tutti secondo il bisogno di ciascuno e qui, purtroppo, non ci siamo.

Bisogna osservare che un comportamento simile non ha alcun senso ed è fallimentare sul lungo periodo perché, se possiedi un bene, una proprietà, nella comunione non ha senso venderla, è da stupidi venderla perché, in questo modo, espropri la comunità che non può più disporre di quel bene che passa ad altri. Ha invece senso mettere e mantenere quel bene in comune e condividerlo, perché in questo modo la comunità può continuare ad utilizzare il bene secondo i bisogni della comunità stessa.

La stessa contraddizione o incoerenza la troviamo anche nel capitolo 4: Infatti, da una parte Luca racconta che i fedeli avevano un cuore solo e un'anima sola e nessuno diceva sua proprietà quello che gli apparteneva, ma ogni cosa era fra loro comune. E qui sta bene. Dall'altra parte, però, Luca si dà la zappa sui piedi raccontando che quanti possedevano campi o case li vendevano e l'importo ricavato dal venduto veniva portato ai piedi degli apostoli per essere distribuito a ciascuno secondo il bisogno. Un comportamento quest'ultimo, a mio avviso, più da stupidi che sensato, per non dire da coglioni.

Sì, perché se hai un bene, piuttosto che venderlo lo metti in comune, non lo vendi, perché quando lo hai venduto, non ce l'hai più nemmeno per condividerlo. Infatti quando il ricavato della vendita lo hai esaurito per sostenere i bisognosi, ti ritrovi bisognoso pure tu e non ti resta che sperare in qualche altra anima pia che venda i suoi campi e case affinché il ricavato  possa essere distribuito anche a te.

Alla fine, quando tutte le anime pie e fedeli hanno venduto i loro beni e ridistribuito il ricavato tra di loro secondo i bisogni che nel frattempo sono cresciuti, ci si ritrova con tante anime pie e fedeli, bisognose e nullatenenti da una parte e, dall'altra parte, i pochi furbi che hanno comprato i beni di coloro che li hanno venduti e che ora legittimati dalla perversione della Proprietà Privata se li tengono per ridurre in schiavitù le molte anime pie e fedeli diventate nullatenenti e bisognose di tutto, perché hanno venduto tutto, invece di condividerlo tra di loro.

Un comportamento da coglioni e da pelandroni quali i primi cristiani pare fossero, a mio avviso. E' più facile e comodo vendere una casa e usare il ricavato per pagare un albergo allestito da altri per dare un ricovero a chi non ha casa. E' più comodo vendere un trattore, un cavallo, un bue, per poi comperare il grano già pronto coltivato da altri per sfamare gli affamati, piuttosto che usare la casa per allestirla come ricovero comune per tutti, piuttosto che usare il trattore, il cavallo, il bue come risorsa comune per lavorare la terra e coltivare il grano per sfamare tutti.

Un bene comune, secondo il Diritto, non lo puoi vendere senza il consenso di tutti, al massimo puoi solo cedere la tua quota di comproprietà ma, a quel punto, quel bene non è più un bene comune, ma diventa un bene comune in proprietà esclusiva di una élite, un gruppo ristretto di persone.



La Proprietà Privata è disumana perché ti espropria.

La Proprietà Privata ti illude facendoti sentire padrone di qualcosa di materiale o immateriale che in realtà non ti appartiene. Te ne accorgi soltanto quando, improvvisamente, tutto quello di cui ti sei illuso di sentirti padrone e sovrano lo perdi in cataclismi e calamità naturali come terremoti, eruzioni vulcaniche, alluvioni, malattie, epidemie, disabilità, ecc. ecc., ritrovandoti nudo e svuotato di ciò che credevi di possedere e che invece ti è stato tolto, ti è stato espropriato, perché è andato distrutto o si è deperito.

No trespassing. Keep out. Private property. Su...

No trespassing. Keep out. Private property. Surprised this sign is necessary, but it gets the point across. (Photo credit: Wikipedia)

La disumanità della Proprietà Privata la percepisci non soltanto nelle calamità naturali che ti espropriano distruggendo quello che credevi di possedere come tua esclusiva proprietà, facendoti tanto soffrire in prima persona per ciò che hai perduto dopo tanti sacrifici, ma anche quando ti trovi davanti ad una catena o ad un cancello con sopra un cartello dove c'è scritto: "Proprietà Privata - vietato l'accesso".

E' dura da far capire all'uomo di strada la disumanità della Proprietà Privata, perché alla sua base c'è l'interesse privato.

Ma ricorda! La Proprietà Privata non è soltanto la terra, l'appezzamento di terreno, il podere, la casa o la villa con giardino. No, la Proprietà privata è soprattutto lo stipendio che percepisci, la pensione che ritiri in banca o alla posta, lo smartphone che usi per telefonare, la gallina nel pollaio che ti fa le uova, l'automobile che usi per viaggiare. La Proprietà Privata è anche il diritto d'autore, il brevetto industriale, la licenza del negozio o dell'esercizio commerciale. Particolare non meno importante, la proprietà Privata è anche la vita di tuo figlio che credi di possedere, ma che in realtà non possiedi, come anche la tua vita.

Nonostante tutto, tutti amano e onorano l'illusione e la disumanità della Proprietà Privata e per garantirsi il diritto su di essa si fanno le guerre civili e militari quando invece occorrerebbe imparare a vivere il rapporto con la vita, la materia e l'immateriale con un certo distacco rendendo la Proprietà orizzontale, cioè non più privata, non più bene esclusivo, ma bene comune.

La Proprietà Privata, in fondo, la paghi due volte: la prima volta quando l'acquisti o, se vogliamo, quando nasci, la secondo volta quando la perdi o, se vogliamo, quando muori. Un comportamento da stupidi, perché il prezzo da pagare per l'acquisto e il dolore per la perdita ricade tutto sul singolo, anziché venire distribuito su tutti.


Perché ricordate colui che è vivo ?

Che senso ha fare qualcosa in memoria di qualcuno che è vivo?

In questo post vorrei fare una riflessione su due passi del Vangelo in apparente contraddizione tra di loro.

Cathedral Lima Miraflores stained glass window...

Cathedral Lima Miraflores stained glass window Cena Eucaristica Miraflores/Lima, Peru. (Photo credit: Wikipedia)

Il primo passo è quello contenuto nella cena eucaristica dove Gesù, durante la cena, dice ai discepoli: "Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me" Luca 22,19.

Il secondo passo è quello in cui Gesù risorto dice ai discepoli: "Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo", Mt, 28,20.

Secondo il dizionario Zingarelli il verbo "commemorare" significa: "Ricordare in pubblico e con solennità qlcu. o qlco". Di solito lo si fa nei confronti dei defunti o di persone celebri defunte, mai nei confronti di chi è ancora vivo, perché nessuno commemora una tomba vuota.

La domanda che sorge spontanea è quindi: che senso ha commemorare, fare qualcosa in memoria di qualcuno se quel qualcuno è presente tutti i giorni in mezzo a noi, fino alla fine del mondo? Mi sembra una contraddizione, una mancanza di fede nei confronti della risurrezione di Gesù e della sua presenza. Perché se sai che una persona è presente, è viva, cosa commemori?

La cosa, nel caso di Gesù, poteva avere un senso per quei due giorni in cui Gesù è morto rimanendo sulla croce o nel sepolcro. Allora, in quel caso, ha senso commemorare e ricordare qualcuno che non è più presente e non si sa se ritornerà o meno. Ma dal momento che Gesù è risorto il terzo giorno ed è in mezzo a noi fino alla fine del mondo, come dice lui stesso, secondo me, non ha più alcun senso commemorare Colui che è vivo. E' un po' come dire: "Perché cercate tra i morti colui che è vivo?" Lc. 24,5. Oppure, lasciate che i morti commemorino i loro morti.  Oppure, perché commemorate colui che è vivo? Ti pare?

Sono i vivi che vanno commemorati o meglio: festeggiati, non i morti. E allora come andrebbe rivista la cena eucaristica alla luce della risurrezione di Gesù? Secondo me in questo modo: "Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo e festeggiate perché io sono in mezzo a voi tutti i giorni fino alla fine del mondo". DJ mix Lc. 22,19, Mt. 28,20.





chiesa_crollata.jpgLa vedi la fotografia della chiesa distrutta, proprio lì alla tua destra e alla tua sinistra in questa pagina web? Quello è il "Tempio" del mio paese andato distrutto 10 anni fa in conseguenza del crollo della torre campanaria oggetto di ristrutturazione. A mio avviso fu l'imperizia della ditta che prese l'appalto dei lavori a provocare il crollo del campanile sopra la chiesa. Comunque il tempio del mio paese è stato poi ricostruito dopo diversi anni. Ma io continuo a tenere in Home Page la foto del tempio distrutto. Come per il tempio di Gerusalemme andato distrutto nel 70 d.c. per opera dell'imperatore romano Tito e saggiamente non più ricostruito, così nemmeno io avrei più ricostruito la chiesa, lasciandoci solo le macerie a ricordo e segno tangibile che è ora di finirla con le chiese di mattoni e tutti i riti religiosi che ci stanno dietro e che tra l'altro annoiano pure i preti.

facciata_chiesa_crollata.jpgPer me ha un significato spirituale quella foto con la chiesa distrutta. Significa che per me non ha più senso continuare a costruire chiese, templi, luoghi di culto, simboli religiosi fini a se stessi. Glielo dissi al parroco, a suo tempo, che per me la chiesa poteva anche essere smantellata del tutto e non più ricostruita. Tuttavia la Curia volle ricostruirla, sfidando la Chiesa dello Spirito e per l'occasione venne anche il cardinale Severino Poletto, ex vescovo di Torino a dirci che era crollata la chiesa di mattoni e a ricordarci che la Chiesa dello Spirito era rimasta in piedi. Io gli avrei voluto dire al cardinale che se la chiesa di mattoni era crollata, io non l'avrei più ricostruita, cogliendo l'occasione per valorizzare la Chiesa dello Spirito. Invece con la ricostruzione della chiesa di mattoni, secondo me, si è solo mortificata la Chiesa dello Spirito, perché la Chiesa dello Spirito non bisogno della chiesa di mattoni.


Zucchero - Solo una sana e consapevole libidine ...



La Mistica

Cosa significa la parola "mistica" ? Secondo il dizionario italiano Zingarelli significa "Dottrina e pratica religiosa che intendono determinare un diretto contatto o una comunione dell'uomo con il mondo divino o trascendente".

Il mistico o la mistica è una persona che si interfaccia direttamente o entra in comunione con Dio senza passare da un intermediario. Nel caso della religione cristiana cattolica, l'intermediario di riferimento più comune è il prete o il sacerdote che agisce nella Persona di Gesù e con il quale il comune fedele si interfaccia durante i sacramenti per entrare in comunione con Dio.

Diciamo che, in generale, il mistico è un credente uno uno che ama il "fai da te", un praticone, uno smanettone, uno che preferisce fare a meno degli intermediari preconfezionati per interfacciarsi direttamente con la Verità o con la disciplina che intende trattare, magari costruendosi da solo l'intermediario secondo i propri gusti.

La verità è che il mistico puro non esiste, perché c'è sempre un intermediario tra l'uomo e il divino, tra l'uomo e la Verità, intermediario che fa da interfaccia di collegamento o da collante. Questo intermediario nel caso della religione cristiana è Gesù e lo Spirito Santo, Spirito di Gesù, ma potremmo anche chiamare lo Spirito Santo con un altro nome: spirito intelligente o, per usare un termine scientifico di più difficile interpretazione e comprensione, plasma.

English: plasma lamp Français : Lampe plasma. ...
Il plasma è una parola che può fare rifermento sia al sangue, ad esempio al sangue di Gesù, perché il sangue nella sua parte liquida viene chiamato plasma, sia ad un gas ionizzato come il plasma stellare o quello che troviamo nei televisori al "plasma". In quest'ultimo caso abbiamo un "trasduttore" tra un segnale elettrico e una immagine di luce, ricordando che un trasduttore non è altro che un intermediario tra una grandezza fisica ed un'altra grandezza fisica.

Per farti un esempio pratico, il giornalista è un intermediario tra l'uomo e la verità, verità con la v minuscola, verità intesa come fatto di cronaca che il giornalista conosce e che ti riporta come l'ha conosciuto lui.

Un altro esempio di intermediario è la figura dell'avvocato che per legge fa da interfaccia e intermediario tra l'uomo e il giudice, giudice inteso come autorità che rappresenta la legge.

Un altro esempio di intermediario è il politico che il cittadino delega in Parlamento con il proprio voto per interfacciarsi con lo Stato.

Un altro esempio di intermediario è il sindacalista che l'operaio delega per interfacciarsi con l'azienda.

Bene, il mistico, nella disciplina teologica, è uno che si interfaccia non tanto con il sacerdote o con il teologo, ma con lo Spirito Santo che trova dentro di sé, scavalcando il sacerdote per entrare in comunione diretta con Dio, senza intermediari esterni, perché è più bello entrare in comunione diretta con Dio ascoltandolo dal vivo senza l'intermediario umano che, a volte, può essere più di ostacolo che di aiuto.

English: eardrum Schema Français : Place du ty...
E' come ascoltare la Musica con la m maiuscola. E' più bello ascoltare la Musica dal vivo, direttamente come esce dallo strumento musicale usando, come intermediario tra le onde sonore che caratterizzano la musica e l'uomo, esclusivamente i propri preziosi timpani che troviamo dentro di noi e che fanno non solo da preziosi intermediari personali, ma anche da trasduttori tra l'onda sonora e il segnale elettrico percepito dal cervello umano.

Electrodynamic loudspeaker cross-section

Electrodynamic loudspeaker cross-section (Photo credit: Wikipedia)

Tuttavia, non è sempre possibile ascoltare la musica dal vivo e in tali casi si ricorre ad intermediari meccanici come l'impianto stereo costituito da amplificatore e diffusori che, per quanto fedeli, distorcono e alterano la musica originale per via delle loro limitazioni nella risposta in frequenza. Così, per comprendere umanamente il divino, nella maggioranza dei casi, è necessario un intermediario umano che sappia trasformare la grandezza fisica/spirituale  "Dio" in una grandezza fisica umanamente comprensibile per chi è "sordo" o ha i "timpani dell'udito" poco sensibili, rovinati dal troppo rumore di sottofondo. Lo stesso discorso lo possiamo fare per la luce, gli occhi e gli occhiali.

E' chiaro che un approccio diretto alla divinità non piace tanto alla Chiesa in generale e al sacerdote in particolare, perché si sentono esclusi, così come non garba tanto ad un avvocato che tu ti interfacci direttamente con il giudice senza passare da lui. Ma questo vale soprattutto nei rapporti umani che sono purtroppo rapporti condizionati da interessi privati.

Cosa ci sta a fare allora il sacerdote se lo si esautora del suo ruolo di intermediario tra l'uomo e Dio? La risposta la lascio dare a don Giorgio De Capitani in questo bel video dal titolo: L'Europa e le radici Mistiche.





Nel Vangelo ci sono alcuni episodi sula gestione della ricchezza in apparente contraddizione tra di loro. Vediamoli.

Luca 16,9
"Ebbene, io vi dico: Procuratevi amici con la disonesta ricchezza, perché, quand'essa verrà a mancare, vi accolgano nelle dimore eterne."

Raffaello, guarigione dello storpio

Raffaello, guarigione dello storpio (Photo credit: Wikipedia)

In questo episodio Gesù invita a usare la ricchezza che per lui è sempre disonesta per farsi degli amici in modo tale che quando quella verrà a mancare, gli amici che hai beneficiato con la tua ricchezza ti possano ricambiare, dandoti il tornaconto accogliendoti nelle così chiamate "dimore eterne" che, secondo me, sarebbe più corretto tradurle con "dimore secolari".
A questo punto bisognerebbe chiedere a Gesù: Signore, senti un po', quelle persone che di ricchezze non ne hanno, cioè quei poveracci nullatenenti morti di fame in mezzo ad una strada, come fanno a farsi gli amici per essere poi accolti nelle dimore eterne, visto che non hanno niente da dare?"

L'altro episodio che entra in apparente contraddizione con Luca 16,9 è Luca 14,12-14.

"Disse poi a colui che l'aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici, né i tuoi fratelli, né i tuoi parenti, né i ricchi vicini, perché anch'essi non ti invitino a loro volta e tu abbia il contraccambio. Al contrario, quando dai un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti»."

A Contrada banquet

A Contrada banquet (Photo credit: Wikipedia)

In questo episodio, a differenza del precedente, Gesù invita a usare le ricchezze, non per farsi degli amici che poi possono ricambiarti restituendoti il piacere o accogliendoti nelle loro dimore, ma invita a usare le ricchezze per aiutare i poveri, gli storpi, i ciechi, cioè tutti quelli che non possono ricambiarti. Però anche qui per il ricco c'è una ricompensa o un tornaconto da ricevere alla risurrezione, non dagli amici che hai aiutato, ma da qualcuno che non si sa.

"Anche qui bisognerebbe chiedere a Gesù: "Signore, senti un po', quelle persone che di ricchezze non ne hanno e che quindi non hanno la fortuna di dare pranzi e cene a favore dei ciechi, dei poveri e degli zoppi, otterranno una qualche ricompensa alla risurrezione dei giusti?"

Domanda farisaica a Gesù: "Signore, vuoi dire che quei profughi sui barconi poveracci nullatenenti, senza alcuna ricchezza, che non hanno modo di aiutare alcuno, nemmeno loro stessi, non riceveranno alcuna ricompensa e saranno esclusi dalla risurrezione dei giusti? Quindi non saranno accolti in nessuna dimora perché non hanno avuto modo di farsi amico alcuno?

Gesù, tuttavia, non può essere ingiusto e iniquo discriminando il ricco che può aiutare il povero investendo nel povero, dal povero stesso che non può aiutare nemmeno se stesso perché non ha nulla da investire.

E' chiaro che il primo episodio va in conflitto con il secondo episodio, perché secondo la logica di Gesù alla luce del secondo episodio, le ricchezze che per Gesù sono sempre e comunque inique non vanno usate per farsi gli amici affinché poi ti possano in qualche modo ricambiare accogliendoti di qui e di là o restituendoti il favore. E allora come andrebbe letto il primo episodio?

Secondo me andrebbe letto non come consiglio o un suggerimento a usare la ricchezza per farsi gli amici, ma come una amara constatazione della generale furbizia umana in correlazione con i versetti precedenti e quelli successivi, in questo modo: "I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri (e quindi più furbi) dei figli della luce. Ebbene, io vi dico: voi siete scaltri e vi procurate gli amici con la disonesta ricchezza, perché, quand'essa verrà a mancare, vi accolgano nelle dimore secolari. ... Chi è disonesto nel poco, è disonesto anche nel molto. Se dunque avete fatto i furbi e non siete stati fedeli nella disonesta ricchezza (facendovi degli amici per il vostro tornaconto), chi vi affiderà quella vera? E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui (facendovi degli amici sempre per il vostro tornaconto, come fanno i politici) chi vi darà la vostra? Nessun servo può servire a due padroni: o odierà l'uno e amerà l'altro oppure si affezionerà all'uno e disprezzerà l'altro. Non potete servire a Dio e a mammona. Vedete furbacchioni, così come voi sapete usare le vostre ricchezze per farvi degli amici e scambiarvi i favori, così Dio sa usare le sue ricchezze per farsi i suoi amici e scambiare favori con loro."

US BANK

US BANK (Photo credit: Wikipedia)

Mammona è tutto quanto riguarda ciò che per l'uomo è apparentemente sicuro: un conto in banca, una pensione, uno stipendio, una assicurazione, una casa, un lavoro a tempo indeterminato, una proprietà privata, ecc. tutte cose che rientrano tra le ricchezze in generale.

Nel secondo episodio Gesù non invita a usare le ricchezze per farsi gli amici, anzi gli amici qui li esclude proprio, insieme ai parenti, ai fratelli e ai ricchi vicini, ma invita a usare le ricchezze materiali per aiutare i nullatenenti, coloro che non possono ricambiarti e nemmeno accoglierti nelle loro dimore secolari. Si tratta di fare, secondo la logica di Gesù, quello che io chiamo un investimento a fondo perduto, confidando in una ricompensa alla risurrezione dei giusti.

La ricompensa alla risurrezione dei giusti è la carota sulla quale Gesù fa leva per convincere il ricco che non conosce Dio ad aprire il portafoglio per aiutare i poveri. La ricompensa alla risurrezione dei giusti, secondo Gesù, è il tornaconto del ricco solo se impara a condividere le proprie ricchezze con i poveri e i nullatenenti.

Ma qual è questa ricompensa? La beatitudine, lo dice Gesù: "sarai beato".

Ma io domando a Gesù: perché certe occasioni toccano sempre e solo ai ricchi e mai ai poveri? Il ricco, se vuole,  può essere beato, basta che usi le sue ricchezze per aiutare i poveri. Il povero, non avendo questa possibilità, a meno che non riceva una ricca donazione dal ricco, non potrà mai essere beato perché, essendo povero, a malapena riesce a pensare a se stesso, come fa a pensare ad un altro povero?




Orchestra 100

Camminare sull'acqua

Water striders using water surface tension whe...

Water striders using water surface tension when mating. (Photo credit: Wikipedia)

Camminare sull'acqua è uno dei miracoli compiuti da Gesù e raccontato nei Vangeli.

Da un punto di vista scientifico non è possibile per un uomo camminare sull'acqua perché altrimenti si violerebbe il Principio di Archimede. Tuttavia certi animali ci riescono. Allora come ha potuto Gesù camminare sull'acqua ? Boh.

Gesù giustifica la cosa dicendo che tutto è possibile per chi ha fede. Secondo questa affermazione, basta aver fede per poter camminare sull'acqua, perché tutto è possibile per chi ha fede. Infatti quando Pietro ci prova a camminare sull'acqua, succede che non ci riesce e sprofonda nell'acqua. La causa del suo sprofondare non è il tentativo di violare un principio scientifico, ma quella di aver dubitato e quindi è la mancanza di fede. Il ragionamento di Gesù, da questo punto di vista logico, non fa una piega.

Al di là dell'effetto mediatico che un miracolo come quello di camminare sull'acqua può dare, occorre capire il messaggio che i testi evangelici vogliono dare.

Il fatto saliente è che mentre Gesù cammina sull'acqua per raggiungere i suoi discepoli che si trovano su una barca in mezzo al mare, in balia delle onde e preda del tempo avverso, loro non lo riconoscono e lo scambiano per un fantasma, restando spaventati e impauriti.

Camminare significa anche muoversi, percorrere un cammino. I discepoli di Gesù vedono quindi un fantasma muoversi verso di loro. Siccome la parola fantasma significa anche spirito, l'episodio rimanda un po' al primo capitolo della Genesi quando lo spirito di Dio aleggiava sulle acque, la terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso. Il verbo ebraico rachaph, tradotto come "aleggiare" nella Genesi, ha diversi significati: svolazzare, fluttuare, contemplare, muoversi, librarsi.

A lifebelt on the main deck of the SS Jeremiah...

A lifebelt on the main deck of the SS Jeremiah O'Brien moored in San Francisco, California. (Photo credit: Wikipedia)

Quindi Gesù nel camminare sull'acqua vuol fare capire ai suoi discepoli che lui è come Dio che aleggia, si muove sulle acque. Non solo, se approfondiamo il pensiero, possiamo chiederci chi o che cosa è in grado di muoversi sull'acqua come Gesù, di "camminare" sull'acqua. Gli animali, compreso l'uomo (se sa nuotare) sono in grado di muoversi sull'acqua, più che camminare. La barca, poi, è l'oggetto che per antonomasia è in grado di muoversi sull'acqua, ma anche il classico canotto, o salvagente è in grado di muoversi sull'acqua. Gesù quindi fa capire ai suoi discepoli che lui è come una barca o un salvagente in grado di muoversi sull'acqua che va loro incontro quando c'è bufera e le acque sono agitate. Ne discende che Gesù non ha bisogno di una barca o di un salvagente per muoversi nel mare, la barca o il salvagente è lui.

Quindi se vuoi muoverti nel mare, da un punto di vista metaforico, se non sai nuotare da solo, puoi farlo aggrappandoti al salvagente Gesù.

Il fatto che poi Gesù salga sulla barca dove ci sono i suoi discepoli, con ciò che poi ne consegue, è un qualcosa che da un punto di vista mistico ed escatologico ha qualcosa di veramente straordinario.


Gesù surrogato

The Italian politician Nichi Vendola at the Na...

The Italian politician Nichi Vendola at the National Gay Pride march in Rome, on June 16 2007. Picture by Giovanni Dall'Orto. (Photo credit: Wikipedia)

Il significato del verbo "surrogare", secondo il dizionario Zingarelli, è: "Mettere qlcu. o qlco. in luogo di altra persona o cosa. (Raro): sostituire, (dir.) subentrare". Come sostantivo la parola "surrogato" significa: " Ciò che sostituisce un'altra cosa in modo incompleto, imperfetto." Secondo il vocabolario Treccani, la parola "surrogato" significa: "Prodotto o sostanza che surroga, in quanto ha caratteristiche e proprietà analoghe, un altro prodotto o un’altra sostanza, rispetto ai quali è spesso inferiore di qualità ma meno costoso e di più facile approvvigionamento".

Le parole "surrogato, surrogazione" sono diventate recentemente di moda quando si parla di maternità surrogata o utero in affitto, figlio surrogato.

Secondo Wikipedia, la surrogazione di maternità è la "gestazione per altri o gestazione d'appoggio, talvolta denominata "utero in affitto", è il ruolo che nella fecondazione assistita è proprio della donna (madre portante) che assuma l'obbligo di provvedere alla gestazione e al parto per conto di una persona o una coppia sterile, alla quale si impegna a consegnare il nascituro".

Alla luce delle definizioni appena viste, appare chiaro che la storia del Cristianesimo non è altro che la storia di una maternità surrogata. Cosa fa Dio per mettere al mondo Gesù? Si rivolge a Maria, la quale offre in prestito a Dio il proprio utero per mettere al mondo Gesù. Maria accetta la gestazione per altri, in particolare per Dio. Gesù è quindi un figlio surrogato, un figlio generato per conto di Dio e non per conto di Giuseppe legittimo sposo di Maria. Così insegna la dottrina cristiana.

La storia di Maria è quindi forse il primo caso di maternità surrogata, se non il primo caso, forse il caso più eclatante al quale ha fatto seguito quello di Nichi Vendola di padre con maternità surrogata.

Intorno alla maternità surrogata i cristiani si sono fatti tante seghe mentali, sulle quali sono nate tante polemiche a non finire.

Il quotidiano online Repubblica.it ha pubblicato il giorno 29/02/2016 un interessante articolo di Valeria Pini dal titolo: "Maternità surrogata: una scelta che divide il mondo e nasconde anche povertà e business", sottotitolo: "In Italia, Francia e Spagna è vietata; in Inghilterra è lecita, ma senza pagamento; la Grecia la consente, ma esclude i gay. In Usa e Canada il bimbo ottiene la cittadinanza, in Russia e Ucraina non ha diritti. In Belgio e Olanda ci dev'essere un legame biologico tra i genitori e il bimbo, mentre in altri paesi l'ovocita non può essere della gestante" (https://www.repubblica.it/salute/2016/02/29/news/maternita_surrogata_i_paesi_dove_si_puo_fare-134491543/).

Bisogna dire che il Dio cristiano non si è fatto tutte le seghe mentali che ci facciamo noi quando entriamo nel merito del discorso. Del resto un Dio che dice di non chiamare padre nessuno sullo terra perché uno solo è il padre: quello del cielo (Mt. 23,9), dovrebbe fare capire ai cristiani che la figura del padre biologico ha poca importanza per Gesù. Di conseguenza i cristiani dovrebbero capire l'ipocrisia delle loro seghe mentali intorno alla maternità surrogata, convincendosi a mettere fine alle loro polemiche in merito, accettando la maternità surrogata come uno degli esempi da seguire che il Dio cristiano e Maria danno all'umanità, o almeno a quella cristiana, oltre agli altri esempi di misericordia, perdono e carità.





She was a fast machine
She kept her motor clean
She was the best damn woman I had ever seen
She had the sightless eyes Telling me no lies
Knockin' me out with those American thighs
....