Roberto Benigni e l'Inno d'Italia

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L' inno nazionale italiano è un inno molto orecchiabile, a me piace da un punto di vista musicale. In questo video, a Sanremo, Roberto Benigni ne sa dare una interpretazione cantata umile e nello stesso tempo emozionante, valorizzando il senso di responsabilità che tanti giovani hanno saputo offrire per la difesa dei valori di unità e libertà nazionale.

Tuttavia a me non piace, non tanto l'interpretazione di Benigni, quanto il testo contenuto nell'inno che lo ritengo psicologicamente pericoloso, se mal interpretato. Come ho messo in evidenza in un precedente post, quelle parole di Mameli: "siam pronti alla morte", a me suonano poco cristiane. A quale morte siamo pronti? A quella che ti porta in una tomba esaltando il sacrificio di sé in guerra o a quella che dà la vita per amore del prossimo?

Dal momento che Gesù è morto per la nostra salvezza, la salvezza di tutti, per dare la vita a tutti, quel cantare "siamo pronti alla morte", dal mio punto di vista vanifica il sacrificio di Gesù e snatura la portata salvifica del cristianesimo, facendo pensare che la salvezza si realizza nella morte anziché nella vita.

Il nostro compito è quello di vivere per portare la vita, non quello di morire per finire in una tomba pensando così di dare una vita che non è in nostro potere dare, ma è soltanto nel potere di Gesù, di Dio, perché lui è la Vita. Noi, come cristiani, possiamo solo seguirlo portando la nostra croce, rinunciando a noi stessi, alla nostra vita, alle nostre ambizioni politiche e sociali, per abbracciare quella vita che solo Gesù ci può dare.

Dovremmo cantare: "siamo pronti a vivere", per testimoniare, come cristiani, quella vita che non è di questo mondo, ma che ha il potere di farci risorgere per renderci eterni, vivi e veri figli di Dio.